A distanza di 48 ore dal ritrovamento del corpo di Noemi, nascosto sotto alcune pietre in una campagna di Castrignano del Capo, in località San Giuseppe, sulla strada provinciale che conduce a Santa Maria di Leuca, iniziano, piano piano, a prendere forma e concretizzarsi tutte le varie ipotesi sull’arma utilizzata per stroncare la giovane vita della 16enne.
Ancora non si è svolta l’autopsia sul corpo della ragazza – questa, con ogni probabilità, verrà eseguita del medico legale Roberto Vaglio nella giornata di martedì – ma è già stato compiuto un primo esame, la Tac per capire se vi fossero lesioni scheletriche importanti. Dalla tomografia assiale computerizzata non risulterebbe lo schiacciamento del cranio causato da una pietra.
Al momento, però, gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi, compresa l’utilizzo di una lama per ferire o uccidere la giovane di Specchia. Durante una prima ispezione cadaverica, infatti, sono stati ritrovati alcuni segni sul collo che potrebbero essere compatibili con l’utilizzo di un coltello e, ripetiamo, l’esame autoptico avrà lo scopo di chiarire il tutto.
A ogni modo l’arma del delitto non è stata ritrovata.
Occorre ricordare, però, che il 17enne avrebbe addirittura dichiarato in sede di interrogatorio, che la lama l’avrebbe portata Noemi e che la stessa avrebbe avuto in mente l’idea di sterminare la famiglia del ragazzo.
Per quel che riguarda quest’ultimo, infine, si trova, costantemente sorvegliato, presso una struttura protetta in stato di isolamento.
Nella mattina di domani è prevista l’udienza di convalida del fermo.