Inchiesta Re Artù. Confermata la sospensione per l’ex direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo

Il Tribunale del Riesame ha rigettato l’Appello della difesa. Rollo è accusato di corruzione impropria

Confermata la sospensione per l’ex direttore generale della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo. Il Tribunale del Riesame in composizione collegiale (presidente Carlo Cazzella, a latere Pia Verderosa e Giovanni Gallo) ha rigettato l’Appello della difesa. L’avvocato Massimo Manfreda, difensore di Rollo, aveva impugnato l’ordinanza del gip Simona Panzera che disponeva la misura interdittiva della sospensione dall’incarico per un anno, chiedendone la revoca.

L’avvocato Manfreda, durante la discussione in aula, ha sottolineato l’insussistenza delle esigenze cautelari. Al termine della camera di consiglio, la terna di giudici ha però confermato la sospensione, come richiesto dal pm Alessandro Prontera. Ora si attendono le motivazioni della decisione del Riesame. Ed in seguito, la difesa di Rollo presenterà ricorso in Cassazione.

L’ordinanza  che disponeva la misura interdittiva è stata eseguita il 26 ottobre dai militari della Guardia di Finanza di Lecce. Rodolfo Rollo è accusato di corruzione impropria per aver “favorito” l’accordo per l’acquisto delle prestazioni dialitiche del Centro “Santa Marcellina” dell’ospedale Panico di Tricase, diretto da Suor Margherita, attraverso l’intermediazione di Salvatore Ruggeri che era, all’epoca dei fatti, assessore regionale al Welfare. In cambio avrebbe ottenuto come “favore” l’assunzione del figlio al Cardinal Panico di Tricase a tempo pieno e determinato (a decorrere dal 30 settembre 2019) previa nuova attivazione di una funzione di ‘ingegneria clinica’ cui veniva appositamente destinato con incarico di dirigente professionale ingegnere (prorogato sino al 30 settembre 2022).

Come si legge nell’ordinanza del gip, in occasione del blitz Re Artu: «La direttrice del Cardinal Panico di Tricase nel perseguire la sua ambizione utilitaristica di procacciare agevolazioni pubbliche in favore del nosocomio diretto, si rendeva disponibile a concedere posti di lavoro al fine di ottenere l’accondiscendenza di figure istituzionali in grado di intervenire positivamente sulle necessarie procedure amministrative».

Raggiunto dalla richiesta di applicazione della misura interdittiva, Rollo si era dimesso dall’incarico di direttore generale della Asl, passando a ricoprire l’incarico di direttore del distretto di Lecce.

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip, Rodolfo Rollo aveva respinto le accuse escludendo forzature e precisando che l’iter per l’accreditamento degli ambulatori per la dialisi è stato legittimo. Così come, a suo dire, anche l’assunzione del figlio non sarebbe stato il frutto di scambio di favori.

Intanto nelle scorse ore, dopo l’avviso di conclusione “Re Artù”, è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio, a firma del pubblico ministero Alessandro Prontera. La Procura ha dunque chiesto il processo per 23 persone, tra cui compaiono anche Rodolfo Rollo, Salvatore Ruggeri e Suor Margherita. Tra le parti offese compare anche l’Asl Lecce, in persona del commissario straordinario Stefano Rossi.

L’udienza preliminare è fissata per il 19 dicembre prossimo, dinanzi al gup Sergio Tosi, presso l’aula bunker di Borgo San Nicola.

Gli imputati rispondono, a vario titolo ed in diversa misura, delle ipotesi di reato di: corruzione, abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

 



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