Falsa testimonianza nel processo a carico di una collega? Assoluzione per Dirigente Scolastica e due insegnanti


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Arriva l’assoluzione per una Dirigente Scolastica e due insegnanti accusati di avere dichiarato il falso durante il processo a carico di una maestra, poi condannata per “abuso dei mezzi di correzione”.

Il gup Giulia Proto, al termine del processo con rito abbreviato, ha dichiarato il non doversi procedere per il reato di “falsa testimonianza”, applicando la scriminante dell’articolo 384, prevista per i casi di non punibilità.

Nella scorsa udienza, invece, il pubblico ministero Luigi Mastroniani aveva invocato la pena di 2 anni ciascuno per: M.P. 66 anni di Maglie; A.S.M., 51enne di Ruffano ed M.M.A. 53 anni di Taurisano.

I tre imputati erano assistiti dagli avvocati Giuseppe Castelluzzo, Biagio Palamà e Valerio Centonze.

L’inchiesta

Secondo il sostituto procuratore Valeria Farina Valaori, titolare del fascicolo d’inchiesta, i tre professori resero false dichiarazioni in aula dinanzi al giudice monocratico. Sul banco degli imputati compariva M. A., 64enne di Montesano, maestra prossima alla pensione di una scuola elementare di Ruffano. Era accusata di avere “educato”, a partire dal 2011 e fino al febbraio 2013, i propri scolaretti con ceffoni, sculacciate e spintoni e per questi motivi venne condannata a 9 mesi (pena sospesa).

Al termine del processo il giudice dispose la trasmissione degli atti al pm, per verificare la veridicità delle dichiarazioni di tre testimoni. In particolare, secondo l’accusa, la Preside negò falsamente di avere appreso, da uno dei genitori dei bambini, dei comportamenti illeciti della maestra prima dell’esposto e di aver chiesto di smorzare le accuse.

A.S.M., in qualità di rappresentante d’istituto, negò di avere ricevuto le lamentele di una madre, sul fatto che la maestra alzasse le mani, provocando disagi psicofisici sugli scolari.

Infine, ritiene sempre la Procura, M.M.A, un’insegnante amica dell’imputata, disse che quand’era presente ad alcune lezioni tenute dalla collega, quest’ultima si era sempre comportata bene. Inoltre, negò le rimostranze ricevute non solo dai genitori, ma anche da alcuni bambini.