Scambi di droga e un gommone ‘restituito’ con il cavallo di ritorno: due fermi e 7 indagati

Decreti di fermo nei confronti di due persone ‘note’ e sette indagati: è il bilancio di un’indagine della Squadra Mobile.

Mesi di indagini, ore e ore di riprese, osservazioni e pedinamenti si sono conclusi con un decreto di fermo emesso dal Procuratore Aggiunto, Guglielmo Cataldi nei confronti di Antonio Marco Penza, 37enne di Lecce e Antonio Leto, 30enne di Caprarica. Entrambi, volti già noti alle forze dell’Ordine, sono stati “inchiodati” dalle loro abitudini. Traditi da quei viaggi, spesso anche all’estero, che hanno reso concreto il pericolo di fuga.

I provvedimenti – eseguiti alle prime luci del mattino dagli uomini della Squadra Mobile della Questura – sono solo l’ultimo capitolo di uno ‘studio’ accurato degli investigatori che hanno ‘ricostruito’ le abitudini dei due salentini. Comportamenti che hanno fatto emergere la propensione a compiere frequenti viaggi, spesso anche all’estero. Pertanto era più che probabile un loro allontanamento dalle loro residenze e quindi un pericolo di fuga. I due dovranno presentarsi nelle prossime ore dinanzi al gip per l’udienza di convalida del fermo. Antonio Leto è difeso dall’avvocato Silvio Verri.

Non sono i soli a finire nei guai. Insieme a loro risultano sette indagati a cui sono stati accusati, a vario titolo, di cessione di sostanza stupefacente (cocaina per la precisione) in concorso tra loro, reato contestato anche ad Antonio Leto. E ancora furto aggravato e estorsione in concorso. Di quest’ultimo reato risponde Penza.

Il furto del gommone

Per capire bisogna tornare al 19 novembre del 2019, quando due degli indagati hanno ben pensato di rubare un gommone del valore di 25mila euro da rivendere palla criminalità albanese che l’avrebbe utilizzato per i traffici tra l’Italia e il paese delle aquile. Non è finita qui. L’imbarcazione, ‘prelevata’ da un deposito di Monteroni di Lecce, era di proprietà di due fratelli vicini alla criminalità locale. La scoperta ha spinto i ‘ladri’ a restituire il gommone, non senza chiedere il pagamento di una somma di 2.500 euro. Avevano messo in atto il più classico dei “cavalli di ritorno”. L’intera operazione fu gestita da Penza, in concorso con altri indagati, che, forte del suo spessore criminale, ottenne il migliore dei risultati possibili.

Gli scambi di droga

Nello stesso episodio ebbe la sua parte anche Salvatore Bruno, pregiudicato cinquantaquattrenne di Lizzanello, che aveva commissionato il furto e che da sempre conclude affari con la criminalità albanese. Il 14 dicembre scorso, l’uomo – noto nell’ambiente con il soprannome di Bambinone – fu bloccato e arrestato dagli uomini della Squadra Mobile con circa 40 grammi di cocaina. Parte di una consegna che Leto gli aveva appena fatto.

Qualche giorno prima, il 14 novembre, gli investigatori avevano recuperato altri 140 grammi di cocaina, anche questi appena ceduti da Leto a Bruno, ma in quel caso non fu possibile procedere all’arresto.

Nel corso delle indagini sono stati documentati molti episodi afferenti i reati contestati attraverso attività tecnica riprese video e i tradizionali servizi di osservazione e pedinamenti