Lesioni, rapina impropria, violenza privata, minacce e danneggiamento aggravato. Questi i reati che il personale della Polizia di Nardò contesta ad un ventenne neretino dopo l’intervento effettuato in pieno centro, scaturito poi con l’arresto in regime di domiciliari (disposto dal Pubblico Ministero della Procura di Lecce, dottoressa Miglietta). In buona sostanza, sul posto la Volante avrebbe accertato che poco prima una ragazza, per sfuggire alla violenza del fidanzato, si fosse rifugiata all’interno degli uffici di una ditta i cui dipendenti erano anche intervenuti in suo aiuto.
La vicenda, però, contiene degli altri elementi tramite cui gli operatori hanno costruito l’accusa. Gli agenti sostengono, oltretutto, che il giovane non solo avrebbe aggredito fisicamente la fidanzata – provocandole delle ecchimosi e contusioni varie – ma che, per sfogare la propria frustrazione, lo stesso avrebbe gravemente danneggiato il cancello d’ingresso della ditta, tentando di sfondarlo con la propria vettura. All’arrivo della volante il ragazzo, ancora presente sul posto, stava continuando – in base a quanto comunicatoci dagli uffici del Commissariato – nel suo atteggiamento violento minacciando di morte coloro che erano all’interno della struttura.
Dalle dichiarazioni rese si è appreso che tanta violenza sarebbe scaturita da motivi piuttosto futili. Ovvero, dal diniego della ragazza di rivelare la password del suo account Facebook al ragazzo. E Lui, per tutta risposta, l’avrebbe colpita al volto e al corpo, appropriandosi della sua borsa mentre lei tentava di sfuggirgli, visibilmente provata e impaurita. Dettaglio, questo, che spetterà ricostruire con attenzione da chi ora sta conducendo le indagini sul caso.