Furto al caveau della BNL, clienti agguerriti si rivolgono ad Adusbef

Dopo il colpo al caveau della BNL di piazza Sant’Oronzo, i clienti che hanno subìto perdite si sono rivolti ad Adusbef. A seguirli l’avv Daniele Imbò.

Un colpo che ha sempre avuto connotati poco chiari. Scoperto la mattina del 12 novembre, pare sia stato perpetrato la sera precedente da ladri che, probabilmente, sono rimasti nascosti nei locali dell’Istituto di credito di piazza Sant’Oronzo dal venerdì precedente.

Su 310 cassette di sicurezza poste all’interno del caveau, 80 sono state forzate. Alcune erano vuote.

Nella fuga i malviventi “dimenticarono” addirittura due borsoni, uno contenente denaro e preziosi, l’altro sacche di urina (segno che appare inequivocabile della lunga permanenza all’interno della banca).

Insomma, un bel danno soprattutto per chi aveva affidato alla Banca i propri beni, tra cui oggetti preziosi, ricordi di famiglia.

In molti, dopo aver fatto denuncia in Questura subito dopo l’accaduto, si sono rivolti all’associazione Adusbef, per veder riconosciuti i propri diritti di risarcimento, come da contratto.

Ad occuparsi delle richieste, l’avv. Daniele Imbò, delegato Adusbef di Lecce. Ad essere già inviate circa 70 lettere con contestazioni individuali. “Abbiamo chiesto di risarcire i danni derivanti dal furto dei beni in custodia della banca, eventualmente anche in contraddittorio. Chiedevamo risposte, ma ad oggi non ne abbiamo ricevute”.

Come ci spiega l’avvocato Imbò, a causa di un vuoto normativo, in materia di contratti bancari si può procedere con la mediazione. “Se anche in questo caso non si riceverà un’offerta risarcitoria, non c’è altra strada che aprire un procedimento civile”.

A complicare il tutto l’esistenza di una clausola che Adusbef ritiene “vessatoria”, inserita  nel contratto sottoscritto con i clienti. Secondo tale clausola quel tipo di cassette di sicurezza non avrebbe potuto contenere più di 5.174 euro.

“La banca risponde della custodia dei locali e dell’integrità dei beni che le vengono affidati in custodia, salvo casi fortuiti – spiega Imbò – Sottolineamo che il furto non è un caso fortuito, poichè la banca è chiamata a predisporre tutte le misure idonee a salvaguardare i beni in propria custodia. Per quanto riguarda il limite dei 5mila euro, a mio parere si tratta di una limitazione illegittima, perché altera il contenuto del contratto. Recente Giurisprudenza di Cassazione ci dà ragione”.

Infatti, ci spiega l’avv. Imbò “tutte le clausole che determinano uno squilibrio contrattuale dovrebbero essere approvate e firmate ad hoc, proprio perchè il Legislatore intende tutelare la parte contrattuale più debole. Recente Giurisprudenza destituisce di fondamento simili clausole se non sono state sottoscritte ad hoc“.

Insomma, la battaglia è appena iniziata.



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