È vero che nella notte tra giovedì e venerdì il Palazzo che ospita gli uffici della Provincia è finito nel mirino di uno o più malintenzionati, ma si è trattato solo di un tentativo di furto. Il “solo” non per sminuire la gravità dell’accaduto, ma le ricostruzioni della notizia apparse su alcuni articoli della stampa locale. A fare chiarezza è Comando Provinciale che, in una nota, precisa punto per punto la dinamica del presunto «inquietante furto» nell’edificio che si affaccia sua via Botti.
Capitolo refurtiva. «Né faldoni né dati sensibili sono stati prelevati dagli uffici. E i computer oggetto di furto altro non sono che macchine dismesse in attesa di smaltimento e depositate fuori dagli uffici. Nessun dato era contenuto nella memoria» si legge. Non è corretto, quindi, dire che i ladri sono fuggiti via con dei ‘documenti delicati’ o con pc del vice-comandante.
È stato il Comandante Antonio Arnò, dopo l’inventario effettuato negli uffici di propria competenza, ad escludere che l’archivio storico sia stato danneggiato: «Nessuna pratica corrente è stata illecitamente sottratta» precisa.
Quanto alle tracce di sangue citate negli articoli, altro non sono che macchie dovute al tentativo di rottura di un vetro non andato a buon fine. Si spera che siano utili a dare un volto e un nome agli autori del gesto. Le indagini, in questo senso, sono state avviate.
Alla luce delle informazioni diramate con la nota, si conferma dunque la piena operatività degli Uffici.