Il gasdotto si farà, ma i No-Tap non si arrendono. Lo “scontro” continua…


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Non solo il gasdotto si farà, ma i lavori dovranno essere terminati entro il 2020, senza se e ma. La multinazionale svizzera ha chiaramente dimostrato quali sono le sue intenzioni e lo ha fatto “isolando” la zona del cantiere di San Basilio dove sarà realizzato il pozzo di spinta con oltre duemila metri di recinzione di blocchi di cemento, grossi cancelli che consentono l’accesso solo alle persone autorizzate e del filo spinato a fungere da deterrente.
“Non è Berlino. Non è Tijuana. Non è Gerusalemme. È San Basilio, Melendugno (Lecce)” scrive sul suo profilo facebook Salvatore Piconese per commentare una foto diventata il simbolo di quello che sta accadendo in questo periodo nella marina di San Foca. Due persone passeggiano accanto al cantiere con le mani in tasca. Accanto il muro con il filo spinato.

Il presidio dei manifestanti No-Tap che per otto mesi hanno “sorvegliato” l’area è stato smantellato. Del “distretto” che ha fatto da base operativa non resta più nulla, ma la protesta non si ferma e si sposta ovunque si possa urlare la contrarietà alla realizzazione dell’opera considerata strategica dal Governo. Prima in via Templari, davanti alla sede leccese di Tap, poi in viale XXV Luglio, ai piedi della Prefettura e ieri, in Piazzetta Tancredi, dove al Rettorato dell’Università del Salento era in programma un workshop sull’energia con i pezzi da novanta del settore.

A sedere intorno al tavolo c’era Michele Mario Elia, country manager della multinazionale incaricata dei lavori dell’infrastruttura che nelle previsioni porterà gas naturale dall’Azerbaijan all’Europa, attraverso Grecia e Albania. È stato lui a finire nel mirino dei contestatori, sia in sala dove erano presenti alcuni manifestanti che erano riusciti ad accreditarsi sulla piattaforma on line di Safe che ha organizzato l’incontro a porte chiuse, sia in strada dove circa 100 persone hanno avuto un acceso “faccia a faccia” con le forze dell’ordine. Tra di loro, secondo la Polizia, si nascondevano anche rappresentanti appartenenti ai movimenti anarchici. Gli agenti in tenuta antisommossa hanno frenato qualunque tentativo di forzare il blocco con cariche di contenimento. La tensione è arrivata alle stelle. I contestatori hanno risposto lanciando delle uova che hanno colpito mezzi e uomini in divisa. Il dibattito è stato interrotto e per evitare che la situazione degenerasse il country manager Elia è stato scortato fuori dalla Digos utilizzando un ingresso secondario.

«L’interruzione del convegno organizzato oggi da Safe nell’Università di Lecce per discutere di “Sicurezza e tutela ambientale nello sviluppo di progetti energetici” è la riprova che chi si oppone aprioristicamente alla realizzazione del progetto TAP non ha alcuna disponibilità né interesse a confrontarsi nel merito e utilizza ogni occasione per puri obiettivi di propaganda urlata delle proprie posizioni» sottolinea la multinazionale svizzera in una nota.

Sopralluogo di Articolo1-MDP

Gli animi continuano ancora ad essere infiammati e visti gli ultimi accadimenti la “guerra” con gli attivisti che si oppongono all’approdo del gasdotto nel Salento continuerà anche nei prossimi giorni. Intanto, sabato Art.1-MDP sarà a San Foca, alle ore 12.00. La delegazione sarà guidata dall’On. Massimo Paolucci, europarlamentare del gruppo dei Socialisti e Democratici.

Saranno presenti il Sindaco di Melendugno, Marco Potì, il Coordinatore regionale e Capogruppo in Regione Puglia di Art.1-MDP, Ernesto Abaterusso, il Coordinatore provinciale di Art.1-MDP, Salvatore Piconese, i sindaci di Art.1-MDP del Salento e i membri del gruppo dirigente provinciale del movimento.