Nulla ancora si sa su quel corpo senza vita ritrovato a “Case Simini”, una spiaggia tra le marine di Torre Chianca e Frigole, da alcuni passanti che hanno immediatamente lanciato l’allarme. Le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 11.00 quando il cadavere è stato notato sulla battigia, semicoperto dalle alghe.
Per le forze dell’ordine, intervenute in massa sul posto, è stato difficile persino stabilire sul momento se si trattasse di una donna o di un uomo. Il volto sfigurato e l’avanzato stato di decomposizione hanno reso ancor più difficile il compito di identificazione.
Pochissime, come detto, le informazioni a disposizione che possono raccontare qualcosa sulla vittima: l’acqua aveva quasi distrutto il lungo vestito bianco e le scarpe da tennis dello stesso colore indossate al momento della morte. Solo gli indumenti intimi erano ancora intatti. Questo fa pensare che la donna, presumibilmente fra i cinquanta e i sessanta anni, sia rimasta in acqua da almeno sette giorni, forse dieci.
La carnagione molto chiara, i capelli castani e il ritrovamento di alcuni oggetti apparentemente di valore tra cui un braccialetto d’oro e un orologio fanno accantonare, almeno per il momento, l’ipotesi della tragedia consumata durante uno sbarco. Più probabile la pista del suicidio anche perché il medico legale Ermenegildo Colosimo che ha eseguito una prima ispezione del cadavere non ha evidenziato segni di maltrattamento né traumi che facciano pensare ad una morte violenta.
La salma è stata trasferita presso la camera mortuaria del “Vito Fazzi” dove nelle prossime ore verrà eseguita l’autopsia. L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Maria Rosaria Micucci, è affidata agli agenti della Squadra mobile che stanno cercando di risolvere il mistero di pasquetta.
Sembrerebbe che non ci siano denunce di scomparsa nell’ultimo periodo in provincia di Lecce.