Addio a Gino Citiso, il re dei mignon e delle paste secche leccesi


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‘Per favore, tu che sei di Lecce, portami un vassoio di mignon e di paste secche della Pasticceria Citiso‘. Quando eravamo studenti universitari a Bari, qualche decennio fa, era normale ricevere questa richiesta dai colleghi che visitavano il Salento in estate e facevano tappa fissa in quel laboratorio di prelibatezze che sembrava una gioielleria delle bontà. Erano i famosi bignè alla crema, le straordinarie paste secche, a cominciare dagli squisiti dolcetti di pasta di mandorla per finire con le meravigliose cartucce, il punto di forza di quel laboratorio che Gino Citiso gestiva in prima persona coordinando i suoi collaboratori come un direttore d’orchestra.

Si era formato fuori dal Salento, Citiso. Poi era tornato a Lecce per mettersi alla prova, in una città in cui i maestri pasticceri non mancavano ed erano in splendida concorrenza tra loro, animando una sfida silenziosa tra pasticcerie che è uno degli orgogli della nostra città. Si era ritagliato con fatica e professionalità il suo angolo di successo, dove ‘angolo’ non è solo un modo di dire ma è proprio la forma di quella vetrina che si affacciava e si affaccia tuttora su due strade importanti del capoluogo, dove la doppia fila per fare rifornimento di dolci era un tributo all’esclusività e all’unicità di quei prodotti.

Pasticceria mignon e paste secche erano la sua grande specialità da riporre con cura in guantiere profumatissime che hanno scandito le domeniche e le piccole-grandi occasioni di salentini e non solo.

La sua scomparsa lascia un vuoto importante nella storia commerciale della città, un vuoto al quale ha voluto rivolgere un pensiero anche il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini: «Gino Citiso è stato un precursore fra gli imprenditori leccesi. Il mio ricordo di adolescente goloso è legato – come quello di tanti leccesi – alla pasticceria Citiso, che mi ha educato a quell’amore per i dolci che ancora scandisce le mie giornate. Le mie preferenze andavano soprattutto sul bignè alla crema Chantilly. Il mio abbraccio alla moglie e ai figli di Gino vuole essere quello affettuoso di tutta la nostra comunità».