L’aumento dei contagi, spinto dalla «variante delta» non pesa sugli ospedali. In quasi tutte le regioni, la percentuale di posti letto occupata dai pazienti Covid, sia in terapia intensiva che nei reparti di area non critica (malattie infettive, medicina generale e pneumologia), è ancora lontana dal nuovo tetto fissato per far scattare la zona gialla e, di conseguenza, regole più rigide per evitare la diffusione dei contagi.
Preoccupa, però, il comportamento dei ragazzi che, complice la pandemia, hanno deciso di restare in Italia, scegliendo come meta una delle tante bellissime località del Belpaese. Sono centinaia le segnalazioni di giovani che scoprono di essere positivi, ma spariscono per salvare le vacanze che sarebbero rovinate se dovessero finire in quarantena.
C’è chi non risponde più al telefono, chi compilando il modulo ha indicato un numero di telefono sbagliato per non essere rintracciato o ha inventato di sana pianta l’indirizzo di casa, chi ha fatto la valigia ed è partito comunque, nonostante l’esito e chi si rifiuta o non è in gradi di indicare i «contatti stretti», necessari per il tracciamento. Chiamano, ma dall’altro capo del telefono tutto tace. E chi risponde o si giustifica dicendo di non sapere nulla o azzarda auto-diagnosi tipo “sarà sicuramente un falso-positivo”.
Da Nord è sud lo schema è lo stesso. Anche se positivi al tampone rapido, i giovani non si fanno più trovare. Staccano il telefono “per evitare di fare il tampone molecolare di conferma” come confermato dal direttore della Sisp della Asl 1 di Roma Enrico Di Rosa.
20 casi in Salento
È accaduto anche in Salento, almeno in 20 casi come ha confermato Alberto Fedele, direttore della Asl di Lecce: «Chiamiamo le forze dell’ordine per segnalarli. Qualcuno al telefono ci ha anche risposto ma dal rumore si capiva che era al mare, ma senza alcuna intenzione di tornare» ha detto.
Molto spesso il silenzio è legato ai test-fai-da-te. In questo caso se si risulta positivi al Covid, nessuna autorità sanitaria avrà a disposizione gli strumenti per poter ricostruire e fermare la catena del contagio. Diventa, quindi impossibile, monitorare l’andamento dell’infezione.
Insomma, nel campionario dei furbetti del Covid, ecco una nuova fattispecie: i contagiati irreperibili.