In stato di fermo per l’agguato ad Afendi: Moscara accusato anche del tentato omicidio Spennato

Il 24enne di Casarano risponde anche di associazione mafiosa ed associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Una serie di pesanti accuse alla base del decreto di fermo con cui è finito dietro le sbarre Giuseppe Moscara, ritenuto l’autore materiale del tentato omicidio di Antonio Afendi. Il nome del 24enne di Casarano viene associato dagli inquirenti ad un altro grave fatto di sangue: avrebbe fatto parte, infatti, del gruppo criminale che cercò di eliminare Luigi Spennato, legato come Afendi, alla fazione un tempo capeggiata dal boss Augustino Potenza. Anche per questo episodio, Moscara risponde dell’accusa di tentato omicidio.

Al termine del processo con rito abbreviato, “Diarchia”, il giudice inflisse la pena di 20 anni a Luca Del Genio, 26enne e Antonio Andrea Del Genio, 31 enne, entrambi di Casarano, per lo stesso reato. Fu invece assolto il capo clan Tommaso Montedoro, dall’accusa di essere stato il mandante del tentato omicidio di Luigi Spennato del novembre del 2016.

Giuseppe Moscara fu indicato proprio dall’attuale collaboratore di giustizia Montedoro, come uno dei responsabili del grave attentato ai danni di Spennato. Il pentito, inoltre, riferì di un litigio tra quest’ultimo (prima dell’agguato ai suoi danni) – che nell’occasione era accompagnato da Antonio Afendi, detto il marocchino – e Luca Del Genio, per un debito di droga di 18mila euro, contratto con Augustino Potenza. Spennato avrebbe anche schiaffeggiato Del Genio, prendendo in pegno una macchina.

Moscara, inoltre, come emerso dalle indagini degli ultimi giorni, risponde anche di associazione mafiosa ed associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. E questa accusa confermerebbe quanto detto oggi in conferenza stampa, dopo il fermo di Moscara per il tentato omicidio di Afendi. “L’episodio si inquadra nella conflittualità tra due frange della criminalità organizzata per il controllo del territorio di Casarano”, ha affermato Paolo Dembech, Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Lecce.

Ci sarebbe, dunque, la guerra tra clan rivali alla base dell’attentato subito dal giovane di origine marocchina, astro nascente del clan “Potenza” e legato sentimentalmente alla moglie del boss assassinato la sera del 26 ottobre 2016, sempre a Casarano.

Giuseppe Moscara è assistito dall’avvocato Simone Viva e dovrà comparire nelle prossime ore, dinanzi al gip, per l’udienza di convalida del fermo.



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