Il colpo, la fuga e gli spari… Ecco come sono stati arrestati i due rapinatori della gioielleria del Centrum


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Si è trovato nel posto giusto, al momento giusto il cittadino che, dopo aver visto due uomini incappucciati fare irruzione all’interno della gioielleria ‘Prisma’, ha chiamato il 113 senza esitare: «c’è una rapina in corso nel ‘Centrum’» ha detto agli operatori, riuscendo a mantenere il sangue freddo. E così una volante della polizia che si trovava in zona ha raggiunto il centro commerciale mentre il colpo era alle battute finale. Un “tempismo” che ha permesso di assicurare alla giustizia Antonio Gabellone, 20enne di Brindisi e il complice Roland Karai, che di anni ne ha 22, dopo una serie di rocamboleschi tentativi di sfuggire all’arresto.
  
Ma andiamo con ordine. I due malviventi si sono presentati all’interno del negozio quando le lancette dell’orologio avevano da poco segnato le 11.30 armati di pistola e di cattive intenzioni. Noncuranti dei presenti, terrorizzati da quanto stava accadendo, si sono fatti consegnare il denaro contenuto all’interno della cassa e alcuni gioielli.  Non contenti, prima di fuggire hanno sfasciato le vetrine per arraffare quanti più preziosi possibile. Bottino in mano, circa 150mila euro, si sono diretti verso l’uscita, pensando che fosse filato tutto liscio.
  
Ad attenderli, però, non hanno trovato il terzo complice che probabilmente intuito l’andazzo se l’è data subito a gambe levate (come ipotizzano gli inquirenti), ma gli uomini delle forze dell’ordine. Non hanno scampo, sono accerchiati, ma non cedono. Provano a scappare, ancora… 
  
Uno dei rapinatori (Gabellone) nella fuga si toglie il giubbotto per dimostrare di essere armato. Impugna la 7,65, una ‘pistola da borsetta’, ma offensiva quanto basta. A quel punto, i poliziotti decidono di sparare un colpo in aria a scopo intimidatorio e ci riescono. L’attimo di esitazione gli ha fatto perdere terreno e intuendo di non avere scampo, ha gettato l’arma a terra, un attimo prima di essere bloccato a pochi passi dal distributore di carburanti.
  
L’altro (Rakai) resiste qualche minuto in più e dopo aver saltato il muro di cinta di un condominio in via Alcide De Gasperi, si intrufola all’interno di uno studio dentistico al secondo piano. Prova a farsi aprire un’altra porta, ma il medico sotto shock, non asseconda le sue richieste così sale fino terrazzo: i tetti sono la sua ultima chance, ma trova la porta chiusa a chiave. In un ultimo disperato tentativo di sfuggire agli uomini dell’unità operativa di primo intervento che gli intimavano di arrendersi, spara contro la serratura. Tre colpi uditi chiaramente nel vicinato. Non ce la fa, e si arrende ormai circondato svuotando l’arma dai proiettili rimasti e alzando le mani.  
  
C’è da dire un altro particolare: a contribuire all’arresto sono stati alcuni testimoni che hanno descritto i rapinatori: una donna, ad esempio, ha raccontato di aver visto scappare due individui con uno spiccato accento straniero. In parte, aveva ragione.