La vita di Rosario Attanasio è terminata improvvisamente un caldo pomeriggio d’estate, quando sua figlia Ylenia è stata travolta e uccisa da una Lancia K, guidata (all’epoca) da un 64enne di Gallipoli. La ragazza voleva raggiungere il mare in sella al suo scooter, ma ha trovato la morte a pochi metri da una stazione di servizio, dove stava per svoltare per fare rifornimento.
È passato tanto tempo da quel maledetto 8 luglio 2007. Dodici lunghissimi anni in cui la famiglia della 23enne di Alezio non ha mai smesso di lottare per chiedere giustizia.
Dal giorno dell’incidente, consumato sulla strada che da Alezio conduce a Gallipoli, si è aperta una lunga battaglia giudiziaria guidata da papà Rosario, intenzionato a conoscere la verità sulla fine della figlia. L’uomo è convinto che la tragedia si sarebbe potuta evitare se l’automobilista avesse rispettato la distanza di sicurezza o se avesse evitato di sorpassare in un punto non consentito, tra l’altro a velocità sostenuta, superiore al limite consentito su quel tratto di strada.
Il sit-in
Per chiedere chiarezza, l’associazione «Vogliamo giustizia per non dimenticare Ylenia» si ritroverà accanto al Tribunale civile di Lecce, da lato del Foro Boario, per un sit-in. L’appuntamento è per domani, martedì 5 febbraio, giorno in cui è fissata una nuova udienza in Corte d’Appello, chiamata dalla Cassazione a fare luce sulla dinamica del sinistro, fatale per la 23enne.
Una volta tamponata, la ragazza è stata travolta dall’auto del gallipolino (assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” nel processo di primo grado, dove era finito sul banco degli imputati con l’accusa di omicidio colposo e riconosciuto responsabile del tragico incidente dai Giudici della Corte di Appello). La speranza per papà Rosario, come si legge anche nel volantino che sarà distribuito domani, è che la «Giustizia non lasci impuniti chi, sulla strada, uccide vittime innocenti».