Versava in ritardo all’Asl le somme della cassa Alpi? Impiegata finisce sotto processo per peculato

Nelle scorse ore, il gup Cinzia Vergine al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio A.M., 56enne di Carmiano.

È accusata di avere versato con ritardo, la gran parte delle somme incassate presso lo sportello Alpi dell’Asl di Lecce e un’impiegata è finita sotto processo con l’accusa di peculato.

Nelle scorse ore, il gup Cinzia Vergine al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio A.M., 56enne di Carmiano. L’imputata, assistita dagli avvocati Nicola Capozzoli e Dario De Blasi del Foro di Roma, dovrà presentarsi il 6 settembre prossimo dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale per l’inizio del processo. Intanto, l’Asl si è già costituita parte civile attraverso l’avvocato Alfredo Cacciapaglia.

In base all’accusa sostenuta dal pubblico ministero Paola Guglielmi, l’addetta alla cassa dell’Alpi (attività libero professionale intramoenia), presso l’Asl di Lecce, si sarebbe appropriata complessivamente della somma di 9.430 euro. E avrebbe versato tardivamente solo una parte dell’importo complessivo, pari a 8.366 euro.

Nello specifico, accadeva che A.M. versava gli importi relativi al 4 e 20 aprile del 2017, pari a 3.090 euro, soltanto in data 11 maggio (rispettivamente con 37 e 21 giorni di ritardo). E ancora, come sostiene il pm, le somme del 15 e 19 giugno dello stesso anno, corrispondenti a 1.394 euro, venivano versate il 30 novembre (con 168 e 164 giorni di ritardo). E poi, con riferimento al 27 e 29 giugno del 2017, gli importi di 1.270 e 1.204 euro entravano nelle casse dell’Asl, soltanto il 6 luglio dello stesso anno, rispettivamente con 9 e 7 giorni di ritardo. Infine, le somme riguardanti le date dell’11 e 13 luglio del 2017, pari a 1.408 euro, venivano versate il 7 settembre ( dopo 58 e 56 giorni).

Nel capo d’imputazione si fa riferimento anche alle somme mai versate all’Asl e nello specifico, 122 euro relative al 20 giugno del 2017; l’importo di 3,97 euro, per il 22 giugno; 548 euro di cui si ignora la data d’incasso (certamente precedente all’anno 2016). E infine, viene contestata la somma di 294 euro in data 30 novembre.

L’imputata potrà dimostrare l’estraneità alle accuse nel corso del dibattimento.



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