Non è stata una notte facile per San Cataldo e anche il risveglio è stato amaro. Non è ancora arrivato il momento di fare la conta dei danni causati dagli incendi che hanno distrutto la marina di Lecce. Già le immagini, condivise nelle ore clou, hanno raccontato di auto distrutte, villette e stabilimenti balneari danneggiati dal fuoco, ettari cancellati, sacrifici di una vita andati in fumo, ma la priorità, dopo aver lottato per ore per domare le fiamme, è stata quella di scongiurare altri focolai, alimentati dal vento che ieri soffiava forte da sud. I vigili del fuoco hanno lavorato per tutta la notte per monitorare la zona, mentre la polizia ha controllato le abitazioni rimaste vuote dopo che era stato consigliato di allontanarsi per evitare episodi di sciacallaggio. Le squadre della Lupiae, invece, hanno pensato a rimuovere alberi e rami caduti sulle strade, almeno su quelle principali.
Passata la paura resta l’amarezza. E la rabbia, soprattutto se dovesse essere confermato il sospetto che a causare l’inferno sia stata la mano dell’uomo, di un piromane senza scrupoli che ha voluto (avrebbe, usando il condizionale d’obbligo) appiccare il fuoco in punti diversi della marina. Di certo, nelle chiamate, prima tranquille, poi disperate di turisti e residenti, si segnalavano roghi non lontano dalla Chiesetta e dalla zona verde.
Sembra poi che gli uomini della Forestale dopo aver spento un spento un piccolo incendio abbiano continuato a controllare la zona per paura che l’autore tornasse per riprovarci.
Restano i ringraziamenti, anche questa mattina il primo cittadini Carlo Salvemini che ha monitorato la situazione minuto dopo minuto ha voluto esprimere un pensiero per tutti, per chi ha perso tanto (se non tutto) chiamando personalmente il Ministro Raffaele Fitto e il Presidente della Regione Michiele Emiliano per chiedere «aiuto» e per coloro che hanno scongiurato danni ben più gravi. «A nome di tutta la comunità un ringraziamento speciale alle donne e agli uomini – in divisa e non – che nei rispettivi ruoli si sono dedicati a dare il proprio decisivo contributo in questa emergenza: da professionisti, da volontari, da cittadini. Nelle emergenza si misura lo spirito di una comunità. San Cataldo è nel nostro cuore», ha scritto.