A fuoco ettari di macchia mediterranea nei pressi dell’oasi ‘Le Cesine’, strada bloccata


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Le fiamme stanno divorando la vegetazione che si estende sulla litoranea che conduce da San Cataldo a Otranto. E’ un incendio di grandi dimensioni che sta mettendo a serio rischio la flora e la fauna dell’area protetta.

La zona è vicina a quella sotto la tutela del WWF e non è la prima volta che diventa teatro di simili episodi.

La situazione è stata chiara fin da subito nella sua gravità poichè le lingue di fuoco sono state alimentate dal forte vento da Nord che sta caratterizzando le ultime ore.

A fuoco la zona a ridosso dell’oasi protetta delle Cesine, quindi, nel tratto che va verso San Foca. In quella vegetazione nidificano gli uccelli e crescono animali protetti, oltre che specie vegetali tipiche della macchia mediterranea.

Il rogo ha lambito la pineta del parco Manà e un lido balneare per poi dirigersi verso le campagne di Acquarica di Lecce, dove sorgono residence e abitazioni per un totale di 20 ettari di terreno.

In azione, oltre che i volontari WWF e la Protezione civile, anche i Vigili de Fuoco. Sono stati fatti decollare i canadair che stanno cercando di delimitare il perimetro del rogo. In particolare, l’incendio ha richiesto l’’intervento di 13 squadre di Vigili del Fuoco del Comando di Lecce tra cui i distaccamenti di Veglie, Ugento e personale del Comando VV.F. di Brindisi.

Sul posto un Direttore delle Operazioni di Spegnimento (D.O.S.) dei Vigili del fuoco, sta coordinando l’attività di spegnimento dei mezzi aerei intervenuti sul posto, due Canadair e due Fire Boss. Due Funzionari del Comando di Lecce, poi, stanno coordinano le operazioni a terra.

In totale stanno operando 37 unità con 12 mezzi terrestri tra cui APS (Auto Pompa Serbatoio), ABP (Auto Botte Pompa), UCL , AS (Autoscala) più i mezzi aerei provenienti da Roma e da Grottaglie.

Gli operatori dei Caschi rossi, che stanno attaccando ben tre distinti fronti di fuoco, riuscendo a bloccare l’avanzata del fronte Nord (San Foca), stanno lavorando sui fronti Sud ed Ovest per lo spegnimento dei focolai, nonché per la salvaguardia di alcune abitazioni che potrebbero essere coinvolte in caso una propagazione dell’incendio.

Sulla strada provinciale vi sono anche i carabinieri che stanno facendo deviare il traffico insieme agli agenti della Municipale: lungo l’arteria la visibilità è pari quasi a zero a causa del fumo.

Il timore è che l’incendio sia doloso. Così come ha rivelato all’Ansa l’assessore all’ambiente della Regione Puglia, Gianni Stea, “se il rogo dovesse rivelarsi di natura dolosa, la Regione è pronta a costituirsi parte civile”. Insomma, pugno duro da via Capruzzi se i timori dovessero rivelarsi fondati. “Stiamo parlando di un patrimonio naturalistico dall’inestimabile valore che deve essere preservato ad ogni costo – ha detto Stea all’Ansa – affiancando alle necessarie operazioni di prevenzione, una rigorosa azione di repressione”.