Anche nel periodo di emergenza sanitaria da covid-19, avrebbero continuato a danneggiare l’Asl, senza remore. È il quadro accusatorio che emerge dalle carte dell’inchiesta “Buste Pulite“, condotta dagli uomini della Guardia di Finanza e coordinata dai sostituti procuratori Roberta Licci e Massimiliano Carducci.
L’attività di indagine ha portato, dopo l’ordinanza di misura cautelare a firma del gip Giovanni Gallo, all’arresto in carcere di: Carmen Genovasi, 46 anni di San Pietro in Lama, funzionaria dell’ufficio protesi dell’Asl di Lecce e di Giuseppe Bruno, 57 anni di Collemeto, rappresentante commerciale di un’azienda dello stesso settore.
Invece, sono stati disposti i domiciliari per: l’imprenditore Pietro Bonetti, 71anni di Lecce e per la rappresentante di protesi Monica Franchini, 49 anni, di Lecce. Sono indagati a piede libero, invece: il politico Fabio Campobasso, 52 anni di Lecce e marito della Franchini. E poi, G. R., 46 anni di San Pietro in Lama, coniuge della Genovasi; V. S., 52enne di Presicce-Acquarica del Capo; M. B., 30enne di Lecce. Sono accusati a vario titolo e in diversa misura di: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente da parte della P.A. e falso ideologico.
Gli indagati sono assistiti dagli avvocati: Vincenzo Magi, Amilcare Tana, Carlo Sariconi, Luigi Covella, Carlo Caracuta, Simona Ciardo, Giovanni Gabellone, Vincenzo Licci .
I retroscena dell’inchiesta
Dalla carte dell’inchiesta, emergono svariati retroscena. In un’intercettazione ambientale del 9 marzo, la funzionaria Asl Genovasi richiede esplicitamente denaro all’imprenditore Bonetti, in previsione della chiusura degli uffici, dovuta alla necessità di adottare misure di contenimento contro la diffusione del coronavirus.
Ecco l’intercettazione: “Carmen: dai, i soldi mi devi dare…almeno una!”. E Ivan risponde: “Ti sto dicendo di sì.”. Carmen: “a mi sono girate le palle, perché venerdì…noi oggi, alle 12… dopo le 12 sapremo…perché c’è la riunione se ci chiudono. Se domani ci chiudono….noi fino al 31…qua è chiuso…(..)”.
E più avanti, in pieno periodo di emergenza da covid-19 (in data 13 aprile), la Genovasi cercava di venire incontro alle esigenze di un soggetto che richiedeva un apparecchio protesico per la zia 95enne, poiché il primo, consegnato a Bonetti alcuni anni prima, era stato smarrito. Rivolgendosi al proprio interlocutore, la funzionaria Asl affermava che nel periodo emergenziale, l’ufficio protesi di Lecce -considerata l’impossibilità da parte dei medici specialistici di prescrivere gli ausili protesici, a differenza di altri distretti tra cui quello di San Cesario (competente territorialmente nel suo caso)- aveva autorizzato alcuni ausili.
Solo mediante la presentazione di autodichiarazione di smarrimento o la denuncia da sporgere ai carabinieri. Dopo aver convinto l’uomo a intraprendere quest’ultima strada, gli consigliava di portare la documentazione in ufficio. Anche in caso di sua assenza, visto che in quel periodo lavorava prevalentemente in smartworking. Non solo, poiché precisava di rivolgersi all’imprenditore Bonetti, al fine di far predisporre una scheda progetto. Inizialmente sarebbero sorti dei problemi, poiché mancavano alcuni documenti che venivano richiesti e i tempi stringevano. E la Genovasi consigliava di predisporre una pratica utilizzando il modello di una precedente. Intanto, l’imprenditore riceveva rassicurazioni dal soggetto interessato alla pratica per la zia 95enne. Ma alla fine, Bonetti avrebbe trovato una soluzione. Nel corso di una conversazione con un conoscente della Genovasi, infatti, tranquillizzava tutti dicendo che, nonostante tutto, aveva già predisposto la prescrizione. E affermava: “Va bene ..non sai quello che ho fatto…va beh..va beh dai”! Ci sentiamo”.
Secondo gli inquirenti, come emerge dai numerosi atti d’indagine confluiti nell’inchiesta, verrebbero a galla, varie ‘condotte truffaldine‘, messe in atto dagli arrestati.
E assumerebbe consistenza, l’ipotesi investigativa, in base alla quale, la Genovasi consapevole della propria posizione di rilievo all’interno dell’ufficio Asl, favorisse operatori del settore come Bonetti. In cambio di favori personali o di denaro.