Inchiesta “favori e giustizia”: giudizio immediato per il Pubblico Ministero ed altri sette imputati


Condividi su

Finiscono tutti sotto processo gli indagati nell’ambito dell‘inchiesta “favori e giustizia” che ha portato all’arresto del Pubblico Ministero Emilio Arnesano e di alcuni Dirigenti Medici.

La Procura ha chiesto ed ottenuto dal gip Amerigo Palma, il decreto di giudizio immediato. Dunque, niente udienza preliminare ed il processo si aprirà il 29 marzo prossimo, dinanzi ai giudici in composizione collegiale. Naturalmente la difesa potrà chiedere “riti alternativi”, quali l’abbreviato ed il patteggiamento.

Nel dicembre scorso, dopo una serie di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza e delegate al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle di Lecce, è stata data esecuzione all’Ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari di Potenza.

Gli imputati

Risultano neo imputati, oltre ad Emilio Arnesano, 62enne di Carmiano, anche: Ottavio Narracci, 59 anni di Fasano, direttore generale della Asl di Lecce; Carlo Siciliano, 62 anni di Lecce; Giorgio Trianni, 66 anni di Gallipoli e Giuseppe Rollo, 58 anni di Nardò, dirigenti della Asl di Lecce ( tutti agli arresti domiciliari).

E poi, l’avvocato Mario Salvatore Ciardo, 55enne di Tricase, originariamente sottoposto al divieto di dimora nel Comune di Lecce, misura poi revocata; l’aspirante” avvocatessa Federica Nestola, 32 anni di Copertino ( sottoposta alla misura della sospensione dell’attività per 12 mesi); l’avvocato Augusto Conte, 77 anni di Ceglie Messapica, interdetto per due mesi.

Invece, è stata stralciata la posizione dell’avvocatessa ( ha chiesto il patteggiamento della pena) ed è a piede libero dopo la revoca dei domiciliari. Non solo, anche quella dell’avvocatessa e del notaio Sergio Gloria, per il quale il pm Veronica Calcagno dovrebbe chiedere l’archiviazione.

Le accuse a vario titolo ed in diversa misura sono corruzione in atti giudiziari; di induzione a dare o promettere utilità a pubblici ufficiali e di abuso d’ufficio.

Sono assititi dagli avvcoati Luigi Covella, Luigi Rella, Ubaldo Macrì, Luigi, Alberto ed Arcangelo Corvaglia, Gabriele Valentini, Ladislao Massari, Renata Minafra, Stefano Prontera, Luigi Suez, Stefano Chiriatti, Nicola Buccico del Foro di Matera, Cesare Palcanica del Foro di Roma; Giangregorio De Pascalis del Foro di Trani.

Favori in cambio di prestazioni sessuali?

Secondo l’accusa, il magistrato Emilio Arnesano “vendeva l’esercizio della sua funzione giudiziaria in cambio di incontri sessuali e altri favori“. Il PM leccese avrebbe stretto un rapporto con la legale e in diverse occasioni avrebbe pilotato procedimenti in cui gli indagati erano assistiti dall’avvocatessa, ottenendo in cambio dalla stessa prestazioni sessuali. Ma non solo.

Come risulterebbe dalle indagini, la stessa avvocatessa avrebbe intercesso presso Arnesano perchè una sua giovane collega superasse la prova orale dell’esame di abilitazione alla professione forense. Per questo motivo Arnesano, con la promessa di incontri sessuali, avrebbe contattato l’avvocato Ciardo, componente della commissione d’esame, e si sarebbe con lui incontrato per concordare il tutto.

Favori a medici e dirigenti della Asl?

Passando ad altri capi d’accusa, Emilio Arnesano sarebbe stato protagonista di altri episodi di corruzione a favore di medici e dirigenti della Asl di Lecce, amici di Carlo Siciliano, tra cui Ottavio Narracci (direttore sanitario dell’Azienda sanitaria leccese fino al 2015 e da Gennaio 2018 direttore generale della stessa), Giorgio Trianni (dirigente Asl Lecce), Giuseppe Rollo (Primario del Reparto di Ortopedia e Traumatologia del Vito Fazzi.

In primo luogo si tratterebbe di favori a carattere economico, tra cui un’imbarcazione di 12 metri venduta da Siciliano ad Arnesano ad un prezzo di favore. Inoltre venivano preordinate delle battute di caccia in Basilicata, per compiacere il magistrato. Questo per far ottenere a Narracci l’assoluzione dall’accusa di Peculato davanti al Tribunale di Lecce. E poi altri favori ottenuti da altri dirigenti tra cui visite mediche specalistiche per sé e per amici e familiari o la vendita di beni a prezzi irrisori.