Avviata un’inchiesta federale per far luce sugli insulti razzisti ad un giocatore di colore, durante la partita di domenica scorsa tra Asd Capo di Leuca e la Ac Nardò Calcio.
Dunque, anche la Figc vuole che si faccia chiarezza sull’accaduto, dopo la denuncia della madre del ragazzo, tesserato con la compagine neretina degli under 17.
L’episodio si è verificato nel corso della partita del campionato Allievi regionali Girone H della Puglia, svoltasi nella Cittadella dello Sport di Castrignano del Capo.
Il ragazzino di colore, militante nella squadra del Nardò, sarebbe stato insultato dal giocatore avversario che gli avrebbe rivolto la frase: “Negro, tornatene con il barcone”. Il giovane avrebbe comprensibilmente reagito negativamente alla provocazione e sarebbe stato addirittura espulso dall’arbitro, presumibilmente all’oscuro degli insulti ricevuti.
Solo dopo, grazie all’intervento di alcuni giocatori e genitori, il direttore di gara è stato notiziato su quanto successo in campo.
Naturalmente è stata aperta anche un’indagine interna da parte dell’Asd Capo di Leuca, dove milita il ragazzo accusato di frasi razziste.
“Con riferimento alla vicenda che ha visto coinvolti due ragazzi delle squadre Under 17 dell’Acd Nardò e sell’Asd Capo di Leuca, la nostra società, destinataria, sia pure solo per conoscenza, della lettera-denuncia inviata dalla madre del nostro calciatore, si è immediatamente adoperata per ricostruire il più oggettivamente possibile i fatti, inviando una dettagliata relazione ai competenti organi federali”, ha affermato il Presidente della compagine granata, Salvatore Donadei.
“In queste ore, dunque, c’è un’indagine federale che, ce lo auguriamo tutti, farà piena luce su un fatto che, se confermato nella versione fornita dalla mamma del nostro ragazzo, è di una gravità assoluta, inaccettabile sotto ogni profilo e suscettibile della più ferma condanna e convinta stigmatizzazione.
Piena consapevolezza della gravità ed assurdità dei fatti denunciati, rinnoviamo al nostro ragazzo ed ai suoi genitori – dopo averlo fatto privatamente – tutta la nostra piena e convinta solidarietà, oltre che la totale collaborazione per tutto ciò che è nelle possibilità della società – conclude Donadei. Considerata la delicatezza del problema e le varie sensibilità in campo, cerchiamo, tutti, di rifuggire da facili strumentalizzazioni e da stucchevoli ipocrisie, cercando di mantenere un atteggiamento il più possibile sereno e costruttivo, anche per l’età dei ragazzi coinvolti, senza, naturalmente, sottovalutare alcunché o, peggio, fare finta che nulla sia accaduto”.