Arriva il no al permesso lavorativo a Otranto per i due ex sindaci Pierpaolo e Luciano Cariddi, coinvolti nell’inchiesta “Hydruntiade”. Il Tribunale del Riesame (presidente Carlo Cazzella, a latere Giovanni Gallo e Pia Verderosa), nella giornata di ieri, ha rigettato l’Appello della difesa. I legali potranno presentare ricorso in Cassazione.
Pierpaolo Cariddi, 56 anni, commercialista, ex sindaco di Otranto, è assistito dagli avvocati Gianluca D’Oria e Alessandro Dello Russo. Invece, Luciano Cariddi, 54 anni, ingegnere, ex “primo cittadino” fino al 2017, è difeso dagli avvocati Viola Messa e Michele Laforgia.
I legali avevano impugnato il provvedimento del gup Alessandra Sermarini, per tutelare le esigenze di carattere lavorativo degli imputati. La difesa chiedeva per i Cariddi l’autorizzazione a recarsi presso gli studi professionali di Otranto, in alcune fasce orarie, in deroga al divieto di dimora a cui sono sottoposti. Su tale istanza, il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone ed il sostituto procuratore Giorgia Villa avevano espresso parere contrario.
Nel provvedimento, il gup Sermarini aveva rigettato l’istanza della difesa: «Osservato il recente beneficio dell’attenuazione della misura, da parte di altro magistrato, valutato che ora come allora le esigenze cautelari mirano ad evitare il ripristino dei rapporti illeciti tra gli indagati, ora imputati, consumati proprio in Otranto ed alcuni dei quali proprio nello studio professionale oggetto della presente richiesta».
I due Cariddi rispondono delle accuse di associazione a delinquere, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, tentata concussione, falso ideologico.
Le accuse
Va detto che nel settembre scorso erano stati eseguiti 10 arresti. Durante le indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce e della Guardia di Finanza di Otranto sarebbe emerso un “Sistema Cariddi” per il rilascio di autorizzazioni attraverso concessioni comunali artefatte, in cambio del sostegno elettorale da parte di imprenditori.
Intanto è in corso l’udienza preliminare relativa all’inchiesta “Hydruntiade” e rischiano di finire sotto processo 60 persone, tra cui, oltre ai due ex sindaci, anche ex dirigenti comunali ed alcuni imprenditori.
