Nelle scorse ore, il collegio del Tribunale del Riesame (presidente Carlo Cazzella, a latere Anna Paola Capano e Giovanni Gallo) ha accolto l’appello della difesa per Antonio Greco, 49enne di Carpignano Salentino. Può dunque tornare al lavoro come guardia giurata, il presunto procacciatore di persone disponibili a pagare per il superamento di concorsi pubblici, per conto dell’ex consigliere regionale Mario Romano.
L’avvocato Dimitry Conte aveva impugnato il provvedimento del gip Simona Panzera, con cui era stata però rigettata la richiesta di revoca dell’obbligo di dimora nel proprio paese. Ora il legale potrà presentare una nuova istanza al giudice.
Greco è coinvolto nel filone giudiziario dell’inchiesta “Re Artù” (che ha portato all’arresto, tra gli altri, dell’ex consigliere regionale Totò Ruggeri) su un concorso di Sanità Service, la società in house della Asl di Lecce.
Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Alessandro Prontera, che ipotizza il reato di traffico di influenze illecite, Antonio Greco avrebbe avuto il ruolo di “procacciatore di persone” per conto di Mario Romano. In particolare, quest’ultimo faceva sapere di avere gli agganci giusti e assicurava ad un candidato (indagato) che avrebbe superato il concorso di Sanità Service s.r.l., dietro il pagamento di 7mila euro.
Il candidato, in effetti, avrebbe sborsato 1.500 euro a titolo di acconto, prima della presentazione della domanda di iscrizione al concorso, bandito a dicembre del 2019, per l’assunzione di 159 unità. Il patto prevedeva la consegna dei restanti soldi al superamento della selezione.
Lo stesso copione sarebbe stato messo in atto da Romano e Greco con il cognato del candidato (anch’egli indagato), a cui veniva promesso il superamento del concorso dietro il pagamento di 3mila euro. E quest’ultimo gli consegnava la somma di 1.000 euro in due tranches (sempre a titolo di acconto) di cui una attraverso il procacciatore Greco.
Ora si attendono gli sviluppi dell’inchiesta.
