Inchiesta sulla diffusione della Xylella: la Procura di Lecce chiede tempo per chiudere le indagini


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La Procura di Lecce chiede tempo. Le indagini sulle modalità di diffusione della Xylella fastidiosa potrebbero infatti andare avanti per altri sei mesi, considerando la richiesta di proroga dell’inchiesta in corso. Il conteggio dei sei mesi avverrà a partire dal 17 giugno, data di “scadenza” del primo semestre iniziato il 17 dicembre con il sequestro degli ulivi e l’iscrizione di dieci persone nel registro degli indagati (con decreto urgente firmato dalle due pm titolari del fascicolo, Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci, nonché dal procuratore della Repubblica, Cataldo Motta). Provvedimento che poi venne convalidato con l’apposita ordinanza dal gip Alcide Maritati;  Ai proprietari dei terreni  è comunque concessa la facoltà d’uso delle piante: possono quindi occuparsi di tutte le buone pratiche agricole.

Per il momento non giungerà alcuna istanza per la rimozione dei sigilli, al contrario di quanto era stato ipotizzato solo qualche giorno fa. Ciò impedirà qualsiasi intervento di estirpazione rimozione degli ulivi, sui terreni delle province di Lecce e Brindisi. La decisione tiene certamente conto di quanto stabilito dalla Corte di Giustizia Europea che ritiene legittima l’estirpazione piante sane che si trovano nel raggio di 100 metri rispetto a quelle che sono state infettate dal batterio killer.

Lo scorso 14 giugno, peraltro, avvenne a Bari – presso la sede della Regione Puglia – una task force alla luce della sentenza emessa dalla Corte UE.

Associazioni di categoria, agronomi e giuristi si incontrarono su iniziativa del Governatore Michele Emiliano alla ricerca di un confronto sull’argomento, nella speranza di poter trovare un approccio comune alla problematica che affliggendo il Salento da diversi anni ormai.