Minacce di morte a due magistrate salentine. Indaga la Procura di Potenza

Intanto, sono tanti i messaggi di solidarietà giunti dai colleghi delle due magistrate. Non solo, anche dal mondo della politica.

Dopo le minacce di morte a due magistrate salentine, per le quali è stata poi disposta la scorta, è stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Potenza.

Il fascicolo d’indagine è nelle mani della Procura di Potenza per competenza funzionale.

Come emerso nelle scorse ore, non è solo il giudice Maria Francesca Mariano, dell’ufficio gip/gup del Tribunale di Lecce, ad essere sottoposta a tutela per le minacce di morte contenute in una missiva firmata, intercettata nel carcere di Borgo San Nicola. Da agosto scorso, lo stesso servizio di protezione è stato disposto dal prefetto di Lecce, Luca Rotondi, nei confronti del sostituto procuratore della Dda Carmen Ruggiero. Si tratta del magistrato titolare dell’inchiesta che lo scorso 18 luglio ha colpito il clan della Scu Lamendola-Cantanna con 22 arresti disposti dal gip Mariano. La pm salentina sarebbe stata la prima, quindi, a ricevere una missiva contenente minacce di morte, anche questa intercettata nel carcere di Lecce. Non solo, poiché in base a quanto trapelato in queste ore, la pm sarebbe stata minacciata, anche durante un interrogatorio. Un indagato, dopo essere andato in bagno, avrebbe tirato dalla tasca un taglierino per poi puntarlo contro il magistrato. L’uomo, però sarebbe stato prontamente bloccato. Intanto, attraverso una nota, la giunta esecutiva dell’Anm: «Esprime solidarietà e vicinanza alle colleghe Francesca Mariano e Carmen Ruggiero destinatarie, nell’esercizio delle loro funzioni di gravi messaggi intimidatori. E continua la nota: «La magistratura tutta ripudia ogni forma di condizionamento all’imparziale ed indipendente esercizio della giurisdizione, certa in ogni caso che nessuna forma di violenza potrà mai inquinare lo svolgimento del lavoro quotidiano volto all’amministrazione della giustizia nell’interesse della collettività».

Intanto, «Solidarietà e vicinanza» vengono espresse da Saverio Congedo, deputato pugliese di Fratelli d’Italia e componente della commissione parlamentare Antimafia, al pm della Dda di Lecce, Carmen Ruggiero e al gip del Tribunale di Lecce, Maria Francesca Mariano, «destinatarie di minacce di morte contenute in due missive intercettate nel carcere di Lecce». «Un atto grave – dice Congedo – che ha costretto gli organi preposti a rafforzare le misure a loro tutela. Sappiano che non solo le istituzioni ma la parte sana della nostra società, che è la stragrande maggioranza della comunità salentina, sono costantemente dalla parte delle forze dell’ordine e dei magistrati in prima linea contro il cancro della criminalità».

«Alle due magistrati leccesi – conclude – e a quanti sono costantemente impegnati per contrastare crimine e malaffare, l’incoraggiamento ad andare avanti nella certezza che non saranno mai soli nella meritoria lotta per l’ordine e la legalità».

E nelle scorse ore, la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, ha affermato in una nota: «Coloro che agiscono nelle sacche buie e sporche della nostra società, muovendosi all’interno dei contesti criminali e mafiosi, sappiano che accanto alle magistrate Francesca Mariano e Carmen Ruggiero c’è un esercito della legalità: siamo tutti noi pugliesi per bene, cittadini e istituzioni, e non abbiamo paura».

«Mariano e Ruggiero – prosegue Capone – non sono sole. E il coraggio che le guida nelle loro inchieste contro la mafia, che di recente hanno portato a un’ordinanza contro 22 presunti mafiosi, deve guidare il nostro agire quotidiano affinché ogni illegalità in Puglia trovi davanti un muro invalicabile. A entrambe rivolgo il mio più sincero ringraziamento per il loro lavoro che consente a tutti noi tutti di vivere le nostre vite più libere e serene. E sento di poter assicurare loro che la Puglia intera è al loro fianco. Il loro sacrificio di vivere sotto scorta, che comporta di fatto una limitazione alla loro libertà, non sarà vano. E sono certa che i responsabili delle minacce che hanno ricevuto saranno presto assicurati alla giustizia».

 



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