Si terrà dopodomani, la prima udienza del processo a carico di 25 attivisti del movimento ‘No Tap’, per i disordini che si verificarono il 13 novembre del 2017.
Dunque, mentre i vertici di Tap sono finiti sotto processo, poiché raggiunti in queste ore da un decreto di citazione diretta a giudizio, parallelamente avrà inizio la prima udienza nei confronti degli antagonisti della multinazionale.
Dinanzi al giudice monocratico Silvia Saracino dovranno dunque presentarsi studenti, commercianti, artisti, delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, accomunati dal dissenso verso la costruzione dell’opera ritenuta estremamente dannosa per il territorio salentino.
Le accuse
Le accuse avanzate dal pm Maria Rosaria Micucci fanno riferimento a quanto accaduto in occasione dell’istituzione, da parte del prefetto di Lecce, della cosiddetta ‘zona rossa’ che prevedeva una serie di limitazioni e divieti intorno all’area del cantiere di San Basilio a San Foca, dove procedevano i lavori di costruzione del terminale di ricezione del gasdotto Tap.
I 25 imputati sono accusati di manifestazione non autorizzata, poiché avrebbero partecipato all’evento, radunandosi in corteo e percorrendo le vie del paese, senza darne preavviso al Questore. E poi, quattro di loro, rispondono di danneggiamento per avere divelto una telecamera dell’Info Point di Melendugno.
L’accusa di violenza privata è contestata a 12 imputati. Alcuni avrebbero impedito ad un camion Tap di avanzare, sedendosi a terra e parcheggiando due vetture al centro della carreggiata. Altri, invece, avrebbero ostacolato il transito di un’auto del servizio di vigilanza.
Infine, c’è l’ipotesi di reato di resistenza a pubblico ufficiale. Tre di loro, secondo l’accusa, avrebbero minacciato ed offeso alcuni agenti della Digos e della Squadra Mobile.
Il collegio difensivo
Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Calabro, Giuseppe Milli, Francesco Stella.
Invece, la società Trans Adriatic Pipeline risulta parte offesa. È difesa dal legale Andrea Sambati.