
Si sarebbe appropriato di circa 460mila euro, ingannando gli ignari clienti di una banca.
Un ex direttore di filiale è stato raggiunto, nelle scorse ore, da un avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pm Patrizia Ciccarese.
P.C., 54enne di Vernole, risponde dell’accusa di appropriazione indebita.
L’indagato, assistito dall’avvocato Giovanni Montagna, ha venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogato o per produrre memorie difensive, prima che il pm avanzi la richiesta di rinvio a giudizio.
Nell’avviso di conclusione, la banca risulta tra le parti offese assieme a tre clienti. L’istituto bancario è difeso dall’avvocato Ubaldo Maria Minicuci. Una cliente è invece assistita dall’avvocato Emanuela Galati.
Le accuse
Nell’inchiesta, avviata dal pm Maria Consolata Moschettini, sono confluiti tre distinti procedimenti. Le indagini hanno preso il via dalla denuncia di una coppia, presentata a dicembre del 2021. In seguito, nel mese di giugno del 2022, è arrivato l’esposto di un altro cliente.
In base a quanto emerso nell’avviso di conclusione delle indagini, i fatti si sarebbero verificati per quasi dieci anni e nello specifico dal 2013 al 2022, tra Scorrano, Muro Leccese ed Otranto.
Il dipendente della banca è accusato di essersi appropriato della somma complessiva di quasi 460mila euro, rivestendo negli anni, la qualifica di direttore di filiale e poi di consulente. Anzitutto, l’indagato avrebbe intascato complessivamente circa 380mila euro, dai conti correnti di una coppia, con cui aveva un rapporto di fiducia. Nello specifico, l’uomo avrebbe sottratto le somme di denaro in diverse occasioni, attraverso la contraffazione delle firme dei clienti. Non solo, poiché in altre circostanze, secondo l’accusa, il dipendente bancario approfittava della disponibilità di fogli firmati dalla coppia in bianco o nella convinzione di effettuare operazioni di investimento in strumenti finanziari (in realtà mai accadute). Inoltre, P.C., si sarebbe appropriato illecitamente del denaro dei due clienti, mediante l’emissione di assegni in favore di terze persone o attraverso prelievi allo sportello, in assenza dei titolari del conto corrente (quando si trovavano all’estero) o senza autorizzazione.
L’indagato è inoltre accusato di essersi appropriato in maniera illecita di 79,988,13 euro da un’altra cliente della banca, con un copione simile a quello usato in precedenza. In che modo? Sottraendo, in base all’ipotesi accusatoria, svariate somme di denaro dai conti correnti della donna, mediante la contraffazione della firma o emettendo assegni in favore di terze persone. Ed infine, attraverso prelievi allo sportello, anche in questo caso, approfittando dell’assenza della cliente o in mancanza di autorizzazione.
Il direttore di banca è stato poi licenziato. Ora si attendono gli sviluppi della vicenda giudiziaria e l’uomo rischia di finire sotto processo.