Processo su presunti illeciti per l’assegnazione delle case popolari. Terminato l’interrogatorio di Monosi

L’ex assessore comunale si è soffermato sui singoli episodi, contestati dalla Procura, di presunta corruzione

Ha negato in aula di aver commesso illeciti per l’assegnazione degli alloggi popolari in cambio di voti. È terminato nel pomeriggio di oggi, l’interrogatorio fiume di Attilio Monosi, ex assessore alle Politiche abitative della giunta comunale di centro-destra, guidata dall’allora sindaco Paolo Perrone. È stato ascoltato come imputato dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Valeria Fedele e Roberta Maggio), presso l’aula bunker di Borgo San Nicola.

Attilio Monosi, assistito dagli avvocati Riccardo Giannuzzi e Luigi Covella, ha risposto a tutte le domande del pubblico ministero Massimiliano Carducci e del collegio difensivo ed ha chiarito la propria posizione. Nello specifico, si è soffermato sui singoli episodi, contestati dalla Procura, di presunta corruzione. E rispondendo alle domande ha precisato: «Non c’è nessuna traccia nelle intercettazioni di voti ottenuti da persone che richiedevano un alloggio». Ed ha aggiunto: «Non ho mai incontrato quelle persone per avere una contropartita in termini di voti». Inoltre, l’ex assessore ha affermato: «Io scansavo ogni tipo di incontro o colloquio telefonico per evitare equivoci e strumentalizzazioni».

Sempre nella giornata di oggi, è iniziato l’interrogatorio dell’ex consigliere comunale del Pd, Antonio Torricelli, ha risposto alle domande del pubblico ministero, chiarendo la propria posizione e parlando delle iniziative prese dal Comune di Lecce per porre rimedio all’emergenza abitativa.

L’udienza è stata rinviata al 29 maggio, quando continuerà l’ascolto dell’imputato, assistito dall’avvocato Luigi Covella.

L’inchiesta

Secondo l’accusa, sarebbe emersa l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere, di cui Attilio Monosi sarebbe stato il capo promotore ed ideatore a dare “veste legale” alle assegnazioni degli alloggi parcheggio di proprietà comunale. In particolare, Monosi, all’epoca dei fatti assessore alle Politiche abitative, avrebbe organizzato le illecite assegnazioni di immobili confiscati alla mafia ed assegnati al Comune di Lecce, in cambio di utilità elettorali.

Come sottolineava il gip Giovanni Gallo nell’ordinanza di custodia cautelare che portò, nel settembre del 2018, all’arresto di politici, dirigenti e residenti del Quartiere Stadio: «Vi sarebbe un sostanziale accordo di non belligeranza tra il Monosi e il Pasqualini da una parte e il Torricelli dall’altra, diretto a fare in modo che ognuno potesse agire illecitamente, con il sostanziale appoggio degli esponenti della compagine politica avversa».

 Le accuse mosse dalla Procura, però, dovranno essere valutate ed eventualmente confermate, nel corso del processo.



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