Investì un bambino di Trepuzzi dopo avere assunto cocaina: il guidatore chiede di patteggiare la pena


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Il guidatore della macchina che investì il bambino di Trepuzzi, morto pochi giorni dopo in Ospedale, chiede il patteggiamento. Il suo difensore, l'avvocato Marco Pezzuto, ha "concordato" una pena di 2 anni e 10 mesi (4 anni e 2 mesi la richiesta, diminuita di un terzo per la scelta del rito) con il pubblico ministero Giovanni Gagliotta. Adesso, sarà un altro giudice a pronunciarsi sull'istanza. Questi, una volta fissata l'udienza preliminare, dovrà esprimersi sul patteggiamento.
  
Il gup potrebbe ritenere congrua la pena "concordata", ma anche respingere la richiesta avanzata dalle parti. Il giudice, intanto, dovrà pronunciarsi su di un'altra richiesta, avanzata dalla difesa, per Pier Francesco Guglielmi: l'accoglienza presso una comunità terapeutica di recupero dei tossicodipendenti. Il 39enne trepuzzino risponde di omicidio colposo aggravato dall'uso di sostanze stupefacenti.
  
Ricordiamo che, nei giorni scorsi, la Procura ha chiesto il giudizio immediato per Pier Francesco Guglielmi. L’uomo era alla guida della macchina che il 28 febbraio scorso, intorno all'ora di pranzo,
investì il piccolo Roberto Ragione di Trepuzzi, un bambino di appena 10 anni. La richiesta del pm è stata determinata dall'evidenza della prova e stabilita dopo l'emissione dell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari a carico di Guglielmi.
  
Inoltre, il 13 giugno scorso, si è tenuto l'interrogatorio di garanzia del 39enne trepuzzino, assistito dall'avvocato Marco  Pezzuto. Guglielmi ha risposto ad ogni domanda del gip Antonia Martalò riferendo la propria versione dei fatti dell'accaduto e mostrandosi profondamente addolorato. Tra l'altro, ricordiamo che l’automobilista si è immediatamente fermato a prestare soccorso al ragazzo, subito dopo l'incidente. I suoi legali hanno presentato contestualmente all'interrogatorio, un'istanza di scarcerazione per Guglielmi. Il gip, attraverso apposita ordinanza, ha però rigettato la richiesta, disponendo che l'investitore del piccolo Roberto Ragione rimanesse confinato ai domiciliari. Il giudice ritiene difatti che sussista il rischio di "reiterazione del reato". Teme in sostanza, che Pier Francesco Guglielmi, possa ritornare a guidare la macchina o altro veicolo, pur essendogli stata sospesa la patente.
  
Il terribile incidente si è verificato a Trepuzzi, sulla via per Squinzano, a pochi passi dalla locale stazione dei Carabinieri. Dalle prime ricostruzioni, emerse come il bambino stesse per attraversare la strada nei pressi di un supermarket del paese; d’un tratto sarebbe sopraggiunta una Mercedes, proveniente proprio da Squinzano, che ha centrato in pieno il piccolo. Sul teatro del sinistro stradale sono intervenuti i Carabinieri del Norm della Compagnia di Campi Salentina e naturalmente è prontamente arrivata a sirene spiegate una ambulanza del 118 che, prestati i primi soccorsi, ha trasferito il bambino presso il ‘Vito Fazzi’ in codice rosso. Purtroppo, il giorno dopo, Roberto Ragione è deceduto nel Reparto di Rianimazione. La piccola vita stroncata da una macchina sull’asfalto di una strada di Trepuzzi è servita, quanto meno, a donare la speranza ad altri bambini in attesa. Nel pomeriggio dello stesso giorno, una equipe ha provveduto all’espianto degli organi, dopo il nulla osta dei genitori del piccolo Roberto.
  
Ricordiamo che è stato l'esito di due consulenze della Procura a dare un 'accelerata alle indagini. Anzitutto, quella depositata a fine aprile dal tossicologo nominato dal pm Gagliotta; un accertamento tecnico irripetibile sul campione di sangue prelevato a Pier Francesco Guglielmi. La relazione e l'esito della stessa ha confermato quanto emerso dall'analisi delle urine del 39enne trepuzzino: quel giorno terribile, il conducente dell'auto avrebbe assunto cocaina, risultando positivo all'esame tossicologico. Invece, nei giorni scorsi il perito Lelly Napoli ha depositato la consulenza sul tratto di strada, scenario della tragedia. Egli ha accertato come  Pier Francesco Guglielmi procedesse a 110 km su un tratto di strada in cui la velocità massima consentita è di 30 km orari.