La Procura “presenta il conto” agli undici imputati del processo sulle presunte irregolarità in un concorso pubblico al Comune di Sanarica.
Le richieste
Il pubblico ministero Elsa Valeria Mignone, dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale (Presidente Pasquale Sansonetti), ha invocato 1 anno e 6 mesi per Vittorio Aprile, 67enne di Maglie, all’epoca Sindaco di Sanarica; Cosimo Maggiulli, 72enne; Riccardo Pasquale Nuzzachi, 38 anni; Emilio Miggiano, 66 anni e Luigi Stefano, 49enne, tutti di Sanarica e componenti della giunta.
2 anni e 6 mesi nei confronti di Marco Rizzo, segretario del Comune e Presidente della Commissione esaminatrice; 1 anno e 6 mesi per Maria Grazia Accoto, 49 anni di Minervino. E poi, 1 anno per Francesco Miggiano, 67 anni di Otranto e Alessandro Marzo, 49enne di Minervino.
9 mesi per Alessandra Tafuro, 42enne di Trepuzzi e Michele Tetro, 47enne di Bari, in qualità di componenti della commissione esaminatrice.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Michelangelo Gorgoni, Luigi, Alberto e Arcangelo Corvaglia, Alessandro Stomeo, Amilcare Tana, Ester Nemola, Mauro Finocchito, Fiorenzo Luchena, Raffaele Di Staso. I legali hanno discusso nella giornata odierna, chiedendo l’assoluzione dei propri assitititi.
Il Comune di Sanarica si è costituito parte civile con l’avvocato Salvatore Corrado, così come, la candidata che ha denunciato le presunte irregolarità, con il legale Giuseppe Pellegrino. La sentenza sarà emessa nella giornata di venerdì prossimo.
Invece, nei mesi scorsi, il gup Carlo Cazzella al termine del rito abbreviato ha inflitto la pena di 1 anno (sospesa) per abuso d’ufficio ad Antonio Manzo, 64enne di Botrugno, in qualità di dirigente incaricato della nomina della prima commissione esaminatrice. Assolti perché il fatto non sussiste, Fabio Ferrari, 47enne di Lecce e Luca Perrone, 42enne di Sanarica dai reati di abuso d’ufficio e falso ideologico. I due imputati erano assistiti rispettivamente dagli avvocati Giuseppe Corleto e Andrea Starace.
L’inchiesta
Al centro dell’inchiesta, un concorso pubblico per un posto di Istruttore amministrativo a tempo indeterminato, svoltosi nel Comune di Sanarica nel 2010. Nel mirino degli inquirenti, l’operato della Commissione giudicatrice.
In particolare, con riguardo alla prima prova scritta, il voto attribuito al “primo classificato” (25/30) sarebbe risultato manifestamente “ingiustificato” rispetto a quello attribuito alla ricorrente (22/30), il cui elaborato si sarebbe connotato per una maggiore chiarezza espositiva, un migliore inquadramento sistematico degli istituti giuridici e una più significativa ricchezza contenutistica.
Ma è soprattutto con riguardo ai voti attribuiti alla seconda prova scritta del primo classificato che l’operato della Commissione esaminatrice si sarebbe manifestato, secondo la Procura, gravemente illegittimo.
L’elaborato del candidato risultato poi vincitore sarebbe risultato manifestamente errato e “fuori traccia”, ma la Commissione avrebbe illegittimamente ritenuto di attribuirgli un giudizio di piena sufficienza (22/30).
Anche il Tar ha giudicato illogico e immotivato l’operato della Commissione giudicatrice, accogliendo il ricorso della candidata presumibilmente danneggiata. La donna aveva ottenuto che si ripetesse la prova orale, dalla quale era stata addirittura esclusa in prima battuta dalla commissione di concorso, facendo emergere qualche sospetto.
Il candidato risultato vincitore, nonostante le presunte irregolarità del concorso, venne assunto nell’amministrazione del Comune di Sanarica e la sua permanenza, secondo la Procura, fu illegittimamente garantita anche dall’allora Primo Cittadino.