
Chiusa l’inchiesta sul tentato omicidio di un operaio, per la compravendita di un cavallo.
L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è a firma del pm Alberto Santacatterina.
Angelo Baglivo, 37enne di Noha (frazione di Galatina), risponde anche dell’accusa di porto e detenzione di arma.
L’agricoltore si trova sempre in carcere, a seguito dell’arresto del novembre scorso. Intanto il suo legale, l’avvocato Donato Sabetta, ha presentato ricorso in Cassazione, dopo che il Riesame aveva rigettato la richiesta di revoca della misura. Il ricorso sarà discusso il 10 marzo prossimo. Il legale chiede quanto meno la sostituzione del carcere con i domiciliari, considerando lo stato d’incensuratezza dell’indagato e della sua collaborazione in fase d’indagine.
I fatti
Il 14 novembre scorso, poco dopo le 14.30, i due si erano incontrati in una masseria di proprietà del padre di Baglivo, nelle campagne tra Noha e Cutrofiano. La discussione per la compravendita di un cavallo è divenuta sempre più animata, fino a quando l’agricoltore ha impugnato la pistola calibro 7,65 e ha premuto il grilletto. G.G., 27enne di Galatina, è stato colpito in pieno viso. Una volta soccorso, è stato ricoverato nel reparto di Rianimazione del “Vito Fazzi” di Lecce e successivamente sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per la rimozione del proiettile.
Invece, Angelo Baglivo è finito in manette e nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto ha sostenuto davanti al gip, che il colpo di pistola era partito accidentalmente è che non aveva intenzione di uccidere G.G.
L’operaio di Galatina, assistito dall’avvocato Angelo Greco, ha ricostruito la dinamica del grave fatto di sangue, dinanzi ai carabinieri, durante il ricovero in ospedale. Egli ha sostenuto che Baglivo voleva acquistare un cavallo per ragioni di agricoltura, ma lui poteva cederglielo solo per destinarlo al macello. Di fronte al diniego, il 37enne ha preso la pistola dall’interno di un traino per cavalli, per poi esplodere il colpo.
G.G., sarebbe però riuscito a telefonare ad uno zio che accorso sul posto lo avrebbe condotto in ospedale.