“Le carceri pugliesi si connotano in questo momento, oltre che per l’evidente inefficienza, anche per la continue aggressioni subite dal personale di Polizia Penitenziaria, laddove i detenuti che assalgono gli agenti sanno bene di detenere un potere e una tutela di gran lunga superiori a quelle degli operatori”.
L’ennesimo episodio avvenuta nei confronti dei poliziotti svela anche la situazione drammatica di un sistema penitenziario ormai alla deriva e senza la benché minima possibilità di contrastare una criminalità organizzata all’interno delle strutture, che continua inesorabilmente a violare le leggi dello Stato senza che gli organi politici e amministrativi riescano a porre in essere le necessarie iniziative concrete”, con queste parole, Pasquale Montesano, Segretario Generale Aggiunto dell’O.S.A.P.P, commenta i nuovi episodi negativi che hanno visto protagonisti detenuti e agenti penitenziari nel carecre di “Borgo San Nicola” a Lecce.
Sembrerebbe, infatti, che nella giornata di ieri presso la 5 sezione del blocco C2 un folto numero di reclusi, prevalentemente tarantini e baresi, abbiano avuto forti divergenze, probabilmente per questioni di supremazia territoriale che in Puglia sta assumendo dimensioni di elevata entità, molto pericolosa per gli operatori.
Ma non solo. Questa mattina, nel corso di un’operazione di prevenzione del reparto di Polizia Penitenziaria, i detenuti di quella stessa sezione hanno assunto nei confronti degli uomini e delle donne in divisa comportamenti di grave intolleranza con offese varie e il tentativo di sabotare il corso dell’attività e solo la grande professionalità e il senso di responsabilità e appartenenza ha evitato maggiori e più gravi conseguenze.
“L’Escalation degli eventi critici pone inequivocabili dubbi sulla funzionalità dell’attuale sistema penitenziario Italiano (in particolare in Puglia), sulle scarse capacità gestionali e organizzative che dimostrano quanto e come si sia perso di vista il significato e la finalità della pena detentiva, per chi deve scontare il proprio debito nei confronti della collettività.
Ma ciò che ancora di più ci amareggia – conclude Montesano – è apprendere che anche ai massimi livelli istituzionali si minimizzi o addirittura si neghi la rilevanza di tali episodi. È difficile accettare, infatti, che chi ricopra incarichi di così grande spessore a livello nazionale, amministrativo e politico, non si renda conto di quanto sia diventato da Bollino Nero tutto il sistema”.