Un’operazione messa in atto in collaborazione tra forze di Polizia e Carabinieri ha portato a due arresti, conseguenza di una storia alquanto complessa e scatenata da appetiti ereditari.
Nella tarda serata di ieri, una volante del Commissariato di Taurisano è intervenuta in via Vittorio Emanuele III dove era stato segnalato un incendio in abitazione. Giunti sul posto, i poliziotti hanno notato delle fiamme altissime uscire da un appartamento. Così gli agenti si sono prodigati per allontanare e portare in salvo le persone presenti, nonché quelle delle abitazioni adiacenti, al fine di scongiurare pericoli per la loro incolumità. Nel frattempo è stato chiesto l’ausilio di una pattuglia dei Carabinieri di Taurisano giunta poco dopo, nonché di personale del 118 e dei Vigili del Fuoco di Tricase.
Mentre erano in corso le operazioni di soccorso, è sopraggiunto a piedi il proprietario della casa in fiamme, il quale resosi conto della situazione e incurante del pericolo, ha tentato di introdursi all’interno, nonostante le fiamme avessero iniziato ad attaccarsi ai suoi indumenti, poiché in casa vi era la moglie. I poliziotti hanno afferrato l’uomo prima che potesse compiere il folle gesto e, individuata la signora, l’hanno portata in salvo.
La donna dopo essere stata sottoposta alle prime cure da parte di personale del 118, ha raccontato alla Polizia che, circa dieci minuti prima, mentre si trovava all’interno dell’abitazione, aveva udito dall’esterno due voci maschili, una delle quali era del fratello Francesco Preite e l’altra di un suo amico, Sergio Caputo. Dal racconto della donna, il fratello aveva invitato l’amico a buttare della benzina all’interno dell’abitazione, poi, i due erano riusciti ad entrare forzando la porta e lei, spaventata, si era rifugiata nel bagno fino a quando non sono andati via.
Una volta uscita dal bagno, la signora si è trovata davanti le fiamme che lambivano la porta d’ingresso, il tavolo della cucina e il divano. Istintivamente la donna era riuscita a raggiungere, sul retro dell’abitazione, le scale che portano sul terrazzo; da qui, utilizzando un mattone di grosse dimensioni, era riuscita ad arrampicarsi sul muro che delimita il terrazzo della vicina, sino a raggiungere l’abitazione della stessa e a mettersi in salvo raggiungendo la strada attraverso la porta d’ingresso chiusa, che è riuscita ad aprire sbloccando il chiavistelli.
La donna ha poi precisato che l’abitazione della vicina veniva utilizzata anche da lei come magazzino ed è disabitata. Nel frattempo, altri vicini di casa avevano fatto intervenire il 118 e gli operatori che le avevano prestato assistenza.
La pattuglia dei Carabinieri giunta in ausilio della Volante, si è recata presso l’abitazione di Francesco Preite rintracciando sia lui che il suo amico Sergio Caputo. I due sono stati condotti presso la caserma dei Carabinieri dove hanno opposto resistenza, tanto che Caputo ha sferrato con violenza un pugno sul cofano motore dell’auto di servizio dei Carabinieri, causando un’evidente ammaccatura.
Ascoltato in merito ai fatti, il proprietario dell’abitazione, altro fratello dell’arrestato e della donna che abitava in casa al momento dell’incendio, ha precisato che nella mattinata di ieri 23 dicembre, verso le 07:30 il fratello Francesco Preite si era presentato nella sua abitazione con un panno imbevuto di benzina avvolto sulla mano e aveva dato fuoco alla tenda della porta d’ingresso, scappando subito dopo.
Il motivo del gesto è da attribuire ad un contrasto per motivi ereditari, in quanto l’uomo accusava la donna di essersi impadronita ingiustamente di alcuni beni.
Inoltre, la sera del 22 dicembre scorso, verso le 21, lei ed il marito avevano sentito bussare con violenza ripetutamente alla porta e sentito il fratello Francesco che li minacciava dicendo loro che avrebbe dato fuoco alla casa e nel contempo dava un calcio alla porta aprendola, senza entrare.
Dopo circa una mezz’ora, il fratello era ritornato in compagnia di Caputo, ingiuriandoli e minacciandoli di dare fuoco alla casa, poi l’amico, con un arnese in mano, forse un martello o un’ascia, aveva danneggiato la porta di ingresso. Per tali episodi la donna aveva presentato presso la Stazione Carabinieri di Taurisano denuncia-querela contro i due uomini.
Così i Carabinieri di Taurisano, d’intesa con il Magistrato di turno presso la Procura della Repubblica di Lecce, dott. Carducci, si erano già adoperati nella ricerca dei due soggetti, senza alcun esito. Nel corso della giornata di ieri, i legali della donna erano stati avvicinati dai due ricercati che con fare minaccioso gli avevano intimati di adoperarsi per la restituzione di quanto ingiustamente tolto, altrimenti “ci sarebbe stato un funerale”. L’episodio è stato denunciato.
Per quanto accaduto Francesco Preite, 45enne di Taurisano, e Sergio Caputo, 50enne di Matino sono stati tratti in arresto da personale del Commissariato di Taurisano e dai militari dell’Arma per i reati di incendio doloso, tentato omicidio ed atti persecutori.