«La prima fase della battaglia contro il Covid19 si è combattuta negli ospedali perché non avevamo mura. Oggi la battaglia dobbiamo combatterla sul territorio. Dobbiamo rafforzare le sentinelle». Sono le parole con cui Pierluigi Lopalco – l’epidemiologo voluto dal Governatore Michele Emiliano per guidare la taskforce messa in piedi per gestire l’emergenza causata dal Coronavirus – ha provato a spiegare l’aumento del numero dei contagi di queste settimane. Un incremento dovuto anche ai «casi da rientro dalle vacanze», quelle persone tornate a casa dopo una vacanza all’estero (Spagna, Grecia, Malta, Croazia e Albania) o un viaggio in una delle zone finite sotto i riflettori, come la Sardegna.
Una “seconda ondata” che non ha nulla a che fare con lo “tsunami” di marzo, quando il Sars-Cov2 ha messo a dura prova il sistema sanitario. In un lungo post su Facebook, il professore ha provato a spiegare la “differenza” utilizzando come metafora la serie tv Game of Thrones.
«I casi di positivi al coronavirus aumentano di giorno in giorno e presto (credo in poche settimane) torneremo ai numeri giornalieri dello scorso marzo-aprile. In autunno, molto probabilmente, li supereremo. Come mai? Semplice, perché ora andiamo a cercare attivamente i casi e facciamo molti più tamponi». Questo non vuol dire, come ha spiegato Lopalco, che tra qualche settimana gli ospedali dovranno fare i conti con i posti letto “occupati” e le difficoltà. «I casi che vediamo oggi sono per lo più asintomatici o lievi. Questo vuol dire che il virus si è indebolito? No, vuol dire che ora portiamo alla luce un’alta quota di portatori asintomatici o paucisintomatici, principalmente giovani adulti, che prima non vedevamo».
Il fatto che probabilmente non si ripeteranno le scene drammatiche viste durante il lockdown non “autorizza” ad abbassare la guardia. Il peggio è alle spalle, è passato, ma l’attenzione deve restare sempre alta.
«Allora possiamo stare tranquilli? Ni, questo è il momento di massima allerta. Nel corso della prima ondata il virus è entrato subdolamente nella popolazione e, cogliendoci di sorpresa, ha abbattuto tutta la sua forza epidemica sugli ospedali a causa dell’accumulo di una quota enorme di casi gravi. Oggi abbiamo costruito un muro, che si chiama sorveglianza epidemiologica e contact tracing. Riusciamo a identificare i focolai e cerchiamo di spegnerli. Se saremo bravi, l’ondata sugli ospedali sarà meno marcata e più gestibile».