Intensa attività per i 'baschi verdi' del Comando Provinciale di Lecce che – nella giornata di ieri e durante le prime ore della mattinata odierna – hanno portato a termine due rilevanti operazioni antidroga sequestrando 3,8 tonnellate di marijuana per un valore di 30 milioni di euro con l’arresto di 11 responsabili. I fatti illustrati stamattina durante una conferenza stampa alla presenza del Procuratore Capo della Repubblica di Lecce, dott. Cataldo Motta. Erano le 14.00 del pomeriggio di ieri quando una pattuglia del Gruppo Investigativo Antidroga di Lecce, mentre transitava a Giorgilorio, aveva notato in lontananza due autovetture Fiat Croma uscire frettolosamente da un vecchio casolare in apparente stato di abbandono. Insospettiti dalla repentina manovra, i finanzieri decidevano di accostare le due macchine per eseguire un controllo. All’interno di una delle due, guidata da un italiano, 61enne residente a Lanuvio (RM), i militari trovavano – stoccati sul sedile posteriore e nel bagagliaio – numerosi involucri contenenti della marijuana dal peso complessivo un quintale circa. A bordo della seconda vettura, risultata scarica, sono stati identificati un italiano, brindisino di 57 anni, e due albanesi rispettivamente di 35 e di 48 anni. I militari, quindi, hanno raggiunto il casolare da cui erano uscite le autovetture facendosi consegnare le chiavi del cancello, custodite dall’italiano che era a bordo dell’auto in compagnia dei due albanesi.
Giunti all’ingresso, i finanzieri notavano da subito l’esistenza di un sofisticato sistema di video-sorveglianza costituito da numerose telecamere sistemate all’immobile. L’immediata irruzione all’interno del casolare, ha consentito di rinvenire, stoccati all’interno di una stanza, una montagna di grossi involucri di marijuana, sigillati con nastro adesivo e cellophane, 102 in tutto, per un peso complessivo pari a 2,6 tonnellate. Nascosti tra gli imballi di droga, venivano scoperti anche altri due albanesi custodi dell’’ingente carico, ovvero un 26enne ed un 37enne.
Nella stanza è stata inoltre rinvenuta anche una pistola mod. Bruni calibro 92 con relativo munizionamento, una bilancia ed il materiale per l’imballaggio. La droga, ancora bagnata e sporca di sabbia, lasciava intendere che lo sbarco fosse avvenuto poche ore prima. I sei fermati, sono stati accompagnati presso la caserma del Nucleo di Polizia Tributaria dove, su disposizione del P.M. di turno, il dott. Vallefuoco, hanno raggiunto il carcere. Mentre invece lo stupefacente, 2, 7 tonnellate di marijuana, si trova ora sotto sequestro.
Non solo. Durante la stessa nottata il Gruppo Operativo Antidroga di Lecce è riuscita ad intercettare un altro ingente carico di marijuana. Erano circa le 5.00 del mattino quando una pattuglia impegnata in un servizio di perlustrazione del tratto costiero di Cerano notava due automezzi – una Toyota Yaris ed un FIAT Iveco Daily – immettersi sulla litoranea provenendo da una delle numerose strade che conducono al mare. Colpiva l’attenzione dei militari anche lo stato dei due mezzi, risultavano particolarmente sporchi di fango, e con evidenti segni di recenti operazioni di carico. Il furgone inoltre risultava, già a prima vista, particolarmente pesante.
Considerato l’orario e le avverse condizioni climatiche (pioveva a dirotto) che portavano ad escludere potesse trattarsi di agricoltori provenienti dal lavoro nei campi, i militari si sono messi all’inseguimento dei mezzi e, ottenuto il supporto di un’altra pattuglia, hanno proceduto al fermo ed al controllo degli stessi sulla SS.16 in direzione Bari. A bordo del furgone, condotto da un italiano, 46enne residente a Bologna, i finanzieri rinvenivano – ammassati nel vano di carico – 66 grossi involucri di cellophane contenenti marijuana per un peso complessivo di 1,2 tonnellate di stupefacente. A bordo dell’autovettura, che fungeva da staffetta, venivano identificati altri tre soggetti di nazionalità albanese. L’immediata perlustrazione delle campagne circostanti il luogo di avvistamento dei mezzi consentiva infine di rinvenire, nascosto tra i cespugli, un altro albanese 30enne, anch’egli facente parte (stando sempre a quanto sostiene l'accusa dei finanzieri) dell’organizzazione come dimostrato dai contatti telefonici e dai messaggi che i finanzieri rinvenivano sul suo telefono e su quelli in uso agli altri fermati. Anche questi ultimi sono stati condotti presso la Caserma del Nucleo di Lecce dove, su disposizione del P.M. di turno della Procura della Repubblica di Brindisi, venivano tradotti presso la locale casa circondariale.