Perseguitava, minacciava e offendeva da diverso tempo la fidanzata per l’eccessiva gelosia e, alla fine, è stato sottoposto agli arresti domiciliari. I militari della Stazione dei Carabinieri di Galatina hanno tratto in stato di arresto, questa mattina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, Andrea Micheli, 20enne di Collemeto, con l’accusa di atti persecutori aggravati e continuati commessi ricorrendo a minacce fisiche e verbali.
L’attività d’indagine dei militari della Stazione di Galatina ha avuto il suo avvio una settimana fa, quando una minorenne di Galatina, completamente terrorizzata ed accompagnata dalla madre, ha denunciato Micheli, descrivendo mesi e mesi di veri e propri soprusi da parte di quello che era il suo fidanzato da tempo.
La condotta del ragazzo nel rapporto di coppia, dopo un certo periodo, è iniziata a cambiare e la ragazza ha visto il fidanzato trasformarsi divenendo un vero e proprio “mostro/controllore” della sua vita. Oltre alle ingiurie ed alle minacce, Micheli aveva iniziato ad impedire alla ragazza di uscire da sola, a portare certi vestiti ritenuti troppo succinti e, infine, voleva necessariamente essere presente quando la ragazza usciva con i familiari. Una maniacale mancanza di fiducia con eccessi di gelosia che, in caso di mancata ottemperanza della ragazza, scatenavano ingiurie, minacce e veri e propri soprusi come quello di vedersi togliere e distruggere la sim del telefono e di vedersi controllate le chiamate e gli sms.
Le minacce, poi, non risparmiavano i genitori della ragazza. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’ultimo episodio di gelosia in cui il ragazzo, in preda all’ira, ha strattonato e gettato a terra la povera ragazza, venendo fermato da due amici lì presenti. La ragazza, peraltro, ha necessitato di cure presso il Pronto Soccorso di Galatina e poi, piangendo, si è presentata presso i Carabinieri. Proprio durante la stesura degli atti, tra le altre cose, la giovane ha ricevuto un sms minatorio, simile a molti altri ricevuti nei mesi passati.
L’informativa dei militari, inviata alla Procura, è quindi giunta sul tavolo del Gip che, concordando con quanto richiesto dai Carabinieri ed avallato dal P.M. ha disposto la misura degli arresti domiciliari. Questo provvedimento è stato preso perché una misura meno afflittiva, come quella del divieto di avvicinamento era di fatto insostenibile visto che i due ragazzi vivono a 50 metri di distanza l’uno all’altro ed ha portato il Gip ad optare per la misura degli arresti domiciliari.