Minaccia di lanciarsi nel vuoto, salvato con uno ‘stratagemma’ finisce al Fazzi


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Sono stati veri e propri attimi di paura quelli vissuti, intorno alle 12.00, in via Jacopo della Quercia, una traversa di via Vecchia San Cesario. A tenere con il fiato sospeso i presenti è stato un 26enne di origini francesi, senza fissa dimora, seduto sul cornicione di una palazzina, con le gambe penzoloni nel vuoto. Impossibile dire con esattezza quali fossero le sue reali intenzioni, ma il timore che saltasse giù, animato dall’idea di porre fine alla sua vita, ha spinto i testimoni a chiamare immediatamente le forze dell’ordine.
  
E di tentativo di suicidio si è parlato in quei concitati momenti, per cercare di spiegare l’accaduto. Il posto, nel giro di pochi minuti, è stato circondato dai Vigili del Fuoco e dalle volanti della Polizia che hanno cercato il modo ‘più delicato’ per avvicinarsi all’uomo, senza provocare reazioni inaspettate. Un agente, infatti, è salito sul tetto di una palazzina vicina per cercare di far desistere il 26enne dal suo intento, qualunque fosse. La paura che potesse compiere un gesto estremo è stata tanta, ma alla fine gli uomini in divisa sono riusciti a bloccarlo con uno stratagemma: lo hanno distratto, facendo salire con una scala mobile un poliziotto-interprete che ha cercato di ‘tranquillizzarlo’ parlandogli in francese. Altri agenti insieme ai caschi rossi, intanto, hanno raggiunto il tetto utilizzando un’altra scala fissa, poggiata sul muro.
 
Lo hanno bloccato così, alle spalle, salvandogli probabilmente la vita. Il 26enne – che come detto non ha una dimora fissa – è stato ‘sedato’ da un medico del 118. Poi è stato ricoverato nel reparto di Psichiatrica del "Vito Fazzi" dove è stato accompagnato da un'ambulanza scortata dalle volanti.
   
Era un volto conosciuto alle forze dell’ordine: solo domenica era stato denunciato per procurato allarme. Era stato fermato da una volante mentre stava pregando ad alta voce all’interno del Duomo. In quel caso finì nei guai anche per resistenza a pubblico ufficiale, perché aveva prima tentato di scappare e poi si era rifiutato di dare le sue generalità. 
  
Non è la prima volta che in città, si verificano simili episodi, alcuni purtroppo con epiloghi spiacevoli. A fine 2016, ad esempio, in Corte della Maternità che si apre a pochi passi dalla sede della Questura di Lecce, un uomo minacciò di lanciarsi nel vuoto, salvo poi ripensarci poco dopo.