Ora possiamo scriverlo. Il cuore del piccolo Roberto, il bambino di 10 anni travolto da una Mercedes mentre attraversava la strada, ha smesso di battere. Per tutta la mattina, la notizia della sua morte era rimbalzata di bocca in bocca a Trepuzzi, teatro della terribile tragedia, come in tutto il Salento che si era stretto in preghiera intorno alla famiglia. Solo un miracolo avrebbe potuto strappare questa innocente vita alla morte. Una grazia invocata fino alla fine.
I medici del reparto di rianimazione dell’Ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce, dove il piccolo era arrivato in condizioni disperate, si sono dovuti ‘arrendere’. Nulla hanno potuto davanti alla gravità delle ferite riportate nell’impatto violentissimo con la Mercedes classe B, guidata da un 39enne di Squinzano risultato poi positivo all'esame tossicologico. Nel sangue del pirata della strada sono state trovate tracce di cocaina.
Sia i genitori che tutti i cittadini rimasti traumatizzati dalla notizia si erano aggrappati a quella flebile fiammella di speranza che si è spenta questa mattina quando i medici hanno riunito la commissione per procedere alla dichiarazione di “morte cerebrale”.
La procedura, come fa sapere l’associazione Salute Salento, consiste nell’osservare le funzioni dell’elettroencefalogramma per sei ore. Se alla fine di questo periodo tutti i parametri e le funzioni coincidono con la fase iniziale (quindi non si registrano variazioni, l’encefalogramma è piatto e l’attività cerebrale è assente), la commissione dichiara lo stato di “morte cerebrale”.
I giovani genitori sono stati sempre a stretto contatto con l’equipe dei medici della Rianimazione. E questa mattina hanno appreso la notizia dell’esito negativo, alla quale erano in un certo senso «preparati». Nonostante il dolore, hanno comunque consentito alla donazione degli organi. Un gesto di coraggio e di altruismo della mamma e del papà di Roberto.
La piccola vita stroncata da una macchina sull’asfalto di una strada di Trepuzzi servirà a donare la speranza ad altri bambini in attesa. Nel pomeriggio, una equipe provvederà all’espianto.
Ora è il momento del cordoglio, nostro e di tutte le persone che hanno vissuto con ansia e apprensione queste ore, che hanno pregato per quell’anima innocente. Ci sarà tempo per chiedere e si spera ottenere giustizia se di giustizia si può parlare nella consapevolezza che un dolore simile non potrà mai essere mitigato.
Questo è il tempo del silenzio.