Non ce l’ha fatta Enrico Manzo, il 26enne originario di Taviano coinvolto in un terribile incidente stradale nella notte tra il 3 e il 4 aprile, sulla Galatone-Sannicola.
Ha lottato per 12 giorni nel letto dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dove era stato accompagnato a sirene spiegate, ma le ferite riportate nello schianto erano troppo gravi e il suo cuore ha smesso di battere. Nel tardo pomeriggio di ieri le speranze che potesse farcela si sono spente. Ora, la Procura della Repubblica vuole fare chiarezza e ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, due persone: il conducente della moto su cui viaggiava anche il giovane e un altro motociclista che si trovava dietro, coinvolto giocoforza nell’impatto. L’accusa, scritta nero su bianco nel fascicolo, è di omicidio colposo.
Il prossimo passo sarà l’autopsia sul corpo del 26enne per tentare di capire quali siano state le reali cause del decesso. Nelle prossime ore, infatti, il Pubblico Ministero Alessandro Prontera conferirà l’incarico al medico legale Ermenegildo Colosimo. Anche i due indagati di Sannicola, assistiti dall’avvocato Pasquale Gaballo, potranno eventualmente nominare un loro consulente per assistere all’esame.
Lo schianto
I tre dovevano partecipare ad un addio al celibato. Erano diretti sotto casa della futura sposa per una serenata, ma sulla Galatone-Sannicola qualcosa è andato storto. Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, la moto su cui viaggiava il 26enne insieme ad un amico sarebbe scivolata sull’asfalto. Per evitare di ‘investire’ Manzo, che era a terra, anche il secondo motociclista sarebbe caduto.
Una volta scattato l’allarme, sul posto si è precipitata un’ambulanza del 118. I sanitari hanno capito subito la gravità delle condizioni del 26enne e hanno deciso di trasportarlo prima all’Ospedale di Gallipoli, poi al Fazzi, dove è stato ricoverato nel reparto di neurochirurgia, in prognosi riservata. Il resto conduce all’epilogo, tragico.