Luke Perry, il Dylan di Beverly Hills 90210 che ha fatto innamorare una generazione

4 marzo 2019. Luke Perry, volto della celebre serie Beverly Hills 90210, si è spento al St. Joseph’s Hospital di Burbank, in California, dove era stato ricoverato a causa di un ictus.

Era il 4 marzo 2019 quando la notizia della morte di Luke Perry, Dylan McKay in Beverly Hills 90210, lasciò senza parole i fan della serie cult degli anni Novanta. E non era solo un modo di dire. L’attore che la ‘nuova’ generazione aveva imparato a conoscere nei panni di Frederick “Fred” Andrews, in Riverdale, era stato per quella prima un’icona. C’era stato James Dean, c’era stato Fonzie di Happy Days, non era una novità, ma come i suoi illustri predecessori, Luke Perry è riuscito nell’impresa di far innamorare le ragazzine di tutto il mondo, bello e dannato com’era.

Un bravo ragazzo che non riusciva a stare lontano dai guai, che aveva il cuore diviso tra Brenda e Kelly, che doveva fare i conti con i problemi da adulti, con il padre malavitoso e mille tormenti, ma anche quello che non aveva paura di mostrare la sua fragilità. Non era Brandon, insomma, il “perfettino”, sempre dalla parta giusta.

Chiunque abbia passato l’adolescenza incollato alla tv, prima di Netflix e simili, si è sentito un po’ perso quando ha capito che la corsa al St. Joseph’s Hospital di Burbank, in California, dove l’attore era stato ricoverato in condizioni disperate dopo essere stato colpito da un ictus mentre si trovava nella sua casa di Sherman Oaks, era stata vana. Il primo amore inconfessato e inconfessabile, quello dei poster appesi in camera, delle foto sul diario, delle dediche sognanti e delle videocassette consumate, non c’era più. Accanto a lui c’è tutta la famiglia, i figli Jack e Sophie, e tutte le teenager degli anni Novanta ormai ‘vecchie’ innamorate di quel personaggio che doveva essere secondario.

Se ne era andato, a 52 anni con una certezza. Nonostante Luke Perry ha fatto fatica a scollarsi di dosso il ruolo di Beverly Hills, che come un’ombra ingombrante ha accompagnato la sua carriera, di Dylan, con la sua cicatrice sul sopracciglio, le t-shirt bianche che gli cadevano a pennello, lo sguardo triste e l’aria da misterioso, ce n’è stato e ce ne sarà sempre uno solo. Per questo resterà per sempre impresso nella mente di chi è ormai quarantenne. Nemmeno la morte ne scalfirà il ricordo, continuerà a vivere, incurante del tempo che passa, a insegnare ai latin-lover di domani come far sciogliere il cuore delle ragazze. Continuerà a restare, come rimangono i miti. Quelli veri.



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