Ha lottato contro la malattia come faceva da calciatore sui terreni di gioco, ma questa volta non è riuscito ad avere la meglio contro un avversario rivelatosi più forte dei tanti attaccanti che ha affrontato nelle partite di calcio.
Sinisa Mihajlovic è stato costretto ad arrendersi alla leucemia e il suo cuore ha smesso di battere nel primo pomeriggio di oggi.
A nulla sono servite le tantissime cure a cui si è sottoposto (compreso il trapianto del midollo osseo), troppo più forte di lui, della sua personalità e voglia di vivere il male.
L’ex allenatore di Catania, Milan, Torino e Bologna, è morto a 53anni.
Nel 2019, mentre si trovava in ritiro con la compagnie felsinea, nel corso di una conferenza stampa, aveva annunciato al mondo intero di dover essere costretto a fermarsi a causa della malattia, poco più di un mese dopo, però, si trovava in panchina a guidare i suoi ragazzi. Le sue condizioni sembravano migliorate fino alla primavera scorsa, quando, ha nuovamente annunciato che la leucemia era ricomparsa.
A fare preoccupare ulteriormente tutti circa le sue condizioni il Tweet del 13 dicembre scorso di Clemente Mimun, nel quale il direttore del Tg5 scriveva “forza SINISA”.
L’ultima sua apparizione in pubblico risale a circa un mese fa alla presentazione del libro di Zeman.
“Sinisa so che hai lottato da vero guerriero fino all’ultimo respiro della tua ultima partita, così come hai sempre fatto in campo”, ha affermato il Responsabile dell’Area Tecnica del Lecce, Pantaleo Corvino, che lo volle come allenatore della Fiorentina quando era Direttore Sportivo della “Viola”
“In questo momento trovo la forza solo per rivolgere alla moglie, ai figli e a tutti i suoi le mie più sentite condoglianze e la mia vicinanza. Ciao Siniša mancherai a tutti noi – ha concluso.”