Forse oggi si avrebbe un po’ più di scrupolo a riempire le prime pagine dei giornali con la storia di Domenico Semeraro, chiamandolo il «Nano di Termini» per la sua statura – un metro e trenta centimetri – e per l’abitudine a frequentare la stazione di Roma alla ricerca di compagnia, ma all’epoca non c’era l’attenzione per le parole imposta dal quel “politicamente corretto” che non avrebbe mai accettato quel titolo indelicato senza sollevare polemiche. Vuoi mettere “il caso Semeraro” con “il nano di Termini”? Andò così.
Mimmo, professione tassidermista, non era un volto sconosciuto. Aveva lavorato nel cinema, aveva fatto del suo ruolo di docente di applicazioni tecniche un motivo di vanto: «sono il professore più piccolo d’Italia», aveva dichiarato alla stampa, ironizzando sul nanismo. L’ultimo tassello della sua vita era stato l’appartamento di via Castro Pretorio, dove aveva aperto il suo laboratorio. Semeraro era un imbalsamatore. Con grande professionalità, impagliava animali di ogni specie, dagli uccelli ai serpenti, dagli istrici ai cinghiali. Il penultimo tassello, in realtà.
La parola fine fu scritta quando fu ritrovato senza vita in un sacco della spazzatura in una discarica a Corcolle. Strangolato, si scoprirà, dal foulard da dandy che portava sempre al collo. A scriverla era stato il suo amante, Armando. Era il 25 aprile 1990. Per capire cosa accadde quella notte di primavera, tocca fare un passo indietro e ricostruire quel triangolo amoroso finito in tragedia.
Mimmo aveva un carisma travolgente, era un oratore affascinante, era colto…tutte qualità che non si misurano in centimetri, ma nella sua vita mancava una cosa importante: l’amore. Lo trovò – o pensò di trovarlo – quando incontrò Armando, un bel ragazzo di 17 anni che si era presentato alla porta del suo studio dopo aver letto un annuncio che l’ex professore aveva pubblicato su “Porta Portese”.
Capelli nerissimi, tratti delicati, quasi efebici. Il giovane, bocciato a scuola, aveva bisogno di un lavoro e a Seremaro serviva un aiutante. Un incontro perfetto, non solo a livello lavorativo. Il tassidermista si innamora a prima vista di Armando che, dal canto suo, rimane affascinato da quell’uomo più grande di lui, dalla sua esperienza, dal modo in cui lo seduce, viziandolo con profumi, vestiti di alta moda confezionati dal sarto di fiducia dietro Piazza Navona, serate e cene di lusso. Persino con una moto, una Honda 125 che il ragazzo aveva sempre desiderato, ma che i genitori gli avevano negato. Armando voleva la due ruote. E Domenico voleva lui.
Giorno dopo giorno, regalo dopo regalo, gita dopo gita, eccesso dopo eccesso… tra i due si crea un legame destinato a sopravvivere a tante altre avventure occasionali.
L’equilibrio si rompe un anno dopo quell’incontro, quando nello studio di tassidermia viene assunta una segretaria, Michela. Ben presto, la ragazza diventa la compagna di Armando. Inizialmente il rapporto è a tre, un contorto menage a trois durato, tra scenate e riconciliazioni, fino a quando la giovane non scopre di essere aspettare una bambina. A quel punto, il “nano di Termini” diventa un ostacolo. Armando non sa decidersi, sceglie la famiglia, ma l’imbalsamatore non ha alcuna intenzione di lasciarlo andare. Cerca di fermarlo, con ogni mezzo.
Il 25 aprile la coppia affronta Semeraro nel suo laboratorio. La lite degenera: i due uomini discutono, fino al drammatico epilogo. Armando strangola il suo ex amante con un foulard a pois firmato e con l’aiuto della compagna chiude il corpo in un sacco nero della spazzatura e lo getta in una discarica abusiva sulla Prenestina. Fine.
L’imbalsamatore della Stazione Termini, un uomo di mezza età alto poco più di un metro e trenta, era stato ucciso dal ragazzo di cui si era perdutamente innamorato. Un amore morboso e impossibile. Una storia di ricatti, di violenza, di sesso che i due fidanzati hanno ripercorso passo dopo passo, con freddezza quando hanno confessato. Armado sarà condannato a 15 anni di carcere, Michela a un anno, per averlo aiutato a nascondere il cadavere.
Matteo Garrone, ispirato dalla storia del Nano di Termini, girerà L’imbalsamatore il bellissimo film nel 2002, ripropone magistralmente il rapporto psicologico tra i tre.
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