Oltre quattro chili di cocaina in casa. Finanziere resta in silenzio dinanzi al gip

Il gip Sergio Tosi, nella giornata di oggi, ha convalidato l’arresto ed ha applicato la misura cautelare del carcere.

Resta in carcere il finanziere arrestato, dopo il rinvenimento in casa di oltre 4 chili di cocaina e 300mila euro in contanti.

Il gip Sergio Tosi ha convalidato l’arresto di G.C., 44 anni, residente ad Arnesano, in servizio presso il comando della Guardia di finanza di Brindisi. Ed ha applicato la misura cautelare del carcere.

Nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto, il finanziere, difeso dall’avvocato Augusto Pastorelli, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Risponde dell’ipotesi di reato di detenzione, ai fini di spaccio, di sostanza stupefacente del tipo cocaina, con l’aggravante dell’ingente quantitativo

E come sostiene il gip nell’ordinanza di convalida dell’arresto: “Non si può ignorare che l’intera vicenda pone in luce la personalità connotata in modo antigiuridico e deviante da un appartenente alla polizia giudiziaria”.

Ricordiamo che nel corso di una perquisizione domiciliare, nella mattinata di lunedì, nell’ambito della maxi operazione investigativa “Filo d’Arianna 2”,  i carabinieri del Ros  hanno rinvenuto circa cinque chili di cocaina e 300mila euro in contanti. E hanno tratto in arresto in flagranza di reato il finanziere che è stato condotto in carcere, come disposto dal pm Donatina Buffelli.

L’uomo, secondo quanto emerso dalla perquisizione, deteneva nel seminterrato dell’abitazione 8 involucri di cellophane contenenti complessivamente 4,724 chili  di cocaina.

Invece, G.C., nell’ordinanza relativa all’operazione Filo d’Arianna 2, a firma del gip Laura Liguori, risulta indagato a piede libero per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e per rivelazione di segreti d’ufficio.

I fatti contestati dalla Procura nei confronti del finanziere, nell’ordinanza relativa all’operazione Filo d’Arianna 2, si sarebbero verificati tra agosto del 2020 e gennaio del 2021.

Secondo l’accusa, il G.C. custodiva lo stupefacente all’interno della propria abitazione e fungeva da corriere della droga. Non solo, poiché provvedeva alla lavorazione dell’eroina per la successiva vendita e il confezionamento. E poi avrebbe contribuito all’attività di coltivazione di sostanza stupefacente.

Non solo, poiché secondo l’accusa, il finanziere  rivelava segreti di ufficio  che dovevano rimanere segreti, poiché riferiva a Tarantino Ludovico e a Tarantino Gabriele (entrambi arrestati) della esistenza di attività di intercettazione in corso che riguardavano traffici illeciti con l’Albania suggerendo di evitare di effettuare forniture da quel territorio per la presenza sul porto di militari del suo reparto. Inoltre, riferiva di operazioni di polizia, per evitare ai Tarantino di incorrere in sequestri di droga.

La Procura aveva chiesto la misura cautelare, ma il gip Laura Liguori ha rigettato l’istanza per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza.

 

 

 

 

 



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