L’ex falegname di Castri vittima di un’aggressione violenta, l’autopsia conferma lividi e ferite su tutto il corpo


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Sarebbe stato vittima di un violento pestaggio il 76enne di Castri, Donato Montinaro trovato senza vita nella sua abitazione in Via Roma, dove viveva con la figlia disabile che non si è accorta di nulla. Dalle indiscrezioni trapelate sull’autopsia, sul corpo del falegname in pensione sono stati trovati lividi e ferite, ma è soprattutto sul volto, quasi sfigurato, che si sarebbe concentrata la violenza dei suoi assassini. Le lesioni, infatti, sono compatibili con una brutale aggressione, eseguita da almeno due persone come immaginato dagli inquirenti. Una sola non sarebbe riuscita ad immobilizzare l’uomo che pare non abbia reagito.

È una prima risposta per tentare di risolvere il giallo della morte dell’uomo, trovato dalla governante, che lo aiutava a prendersi cura della casa e della figlia, legato con delle fascette di plastica, immobilizzato con del nastro da imballaggio e incappucciato.  I risultati completi dell’esame, eseguito dal medico legale Roberto Vaglio, si avranno nei prossimi mesi.

Per stabilire le cause esatte della morte e capire se per l’uomo sia stato letale il soffocamento, sarà necessario attendere l’esito degli esami istologici.

Le indagini, intanto, continuano. Il reato scritto nero su bianco sul fascicolo è di omicidio volontario, a carico di ignoti. Un delitto premeditato. Chi ha bussato alla porta dell’abitazione alla periferia di Castri non è andato a mani vuote, ma ha portato tutto l’occorrente per fare del male al pensionato. Per questo, si pensa che non possa essersi trattato di una rapina finita in tragedia, ma di una vendetta personale o di una spedizione punitiva come “suggerisce” anche la scena del crimine.

Si scava nella vita del falegname

Per cercare di chiudere il cerchio, gli uomini in divisa stanno scavando nella vita privata dell’uomo. È lì, nella sua quotidianità, che potrebbe nascondersi il movente dell’omicidio. Si analizzano i conti correnti, si monitorano i flussi sospetti di denaro, si spulcia nel telefonino per tentare di ricostruire gli ultimi momenti della sua vita, per trovare nelle chiamate o nei messaggi un particolare che possa condurre alla pista giusta. Nelle mani degli investigatori è finito anche un altro cellulare, trovato a pochi passi dalla villa dove si è consumato il delitto. Sarà analizzato nella speranza che possa essere stato perso dagli aggressori durante la fuga.

Un ausilio all’inchiesta potrebbe arrivare anche dalle immagini degli impianti di videosorveglianza. Inoltre, in queste ore, continua l’ascolto di persone informate dei fatti, per giungere ad una soluzione del giallo.