Omicidio falegname in casa. Arriva il no del gip alla richiesta di rito abbreviato per tre imputati 

Il processo si svolgerà a partire dal 6 giugno, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise e riguarderà anche un’imputata che non aveva presentato richiesta di riti alternativi

I quattro presunti responsabili dell’omicidio del falegname di Castri di Lecce saranno giudicati dinanzi alla Corte d’Assise.

In mattinata, è stata respinta la richiesta della difesa di rito abbreviato (permette lo sconto di pena un terzo) per tre di loro. Il gip Silvia Saracino, al termine dell’udienza camerale, alla presenza delle parti, ha confermato l’ipotesi accusatoria di omicidio a scopo di rapina e rigettato l’istanza per: Patrizia Piccinni, 49 anni, di Alessano (difesa dall’avvocato David Alemanno); Antonio Esposito, 39enne, di Corsano (assistito dall’avvocato Luca Puce) ed Emanuele Forte, 30 anni di Corsano (difeso dall’avvocato Marco Costantino). I legali chiedevano, infatti, l’esclusione dell’aggravante “di aver commesso il delitto di omicidio allo scopo di eseguire quello di rapina”.

Il giudice ha fissato l’inizio del processo per il 6 giugno, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Lecce, presso l’aula bunker di Borgo San Nicola. E le posizioni dei quattro imputati saranno presumibilmente riunite in un unico procedimento, poiché Angela Martella, 58 anni di Salve, assistita dall’avvocato Silvio Verri, non aveva presentato richiesta di riti alternativi e per lei era stata già fissata l’udienza in quella stessa data.

Va detto che la Corte d’Assise di Lecce (presidente Pietro Baffa, a latere Maria Francesca Mariano e giudici popolari), nel corso della prima udienza del febbraio scorso, dopo la questione preliminare avanzata dalla difesa di tre imputati, ha disposto la restituzione degli atti al gip, che aveva rigettato la richiesta di abbreviato. Difatti, in base ad una nuova norma prevista dalla legge Cartabia, il giudice per le indagini preliminari avrebbe dovuto convocare la camera di consiglio.

In precedenza, il gip Laura Liguori aveva emesso un decreto di giudizio immediato, come richiesto dal pm Maria Consolata Moschettini, nei confronti di Martella, Piccinni, Esposito e Forte. I primi tre furono arrestati e condotti in carcere nell’ottobre scorso, a seguito di ordinanza di custodia cautelare. Alcuni giorni dopo l’interrogatorio di garanzia, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Lecce eseguirono anche l’arresto di Forte che inizialmente era indagato a piede libero.

L’inchiesta

L’indagine ha fatto luce sul grave fatto di sangue avvenuto a Castri di Lecce, l’11 giugno 2022, quando il pensionato Donato Montinaro, falegname 75enne del posto, è stato trovato senza vita nella sua abitazione (legato, imbavagliato e con segni di percosse).

L’uomo, come emerso dall’autopsia, eseguita dal medico legale Roberto Vaglio, è morto a seguito di “asfissia da soffocamento”.

In base a quanto emerso nel corso dell’inchiesta, i quattro dopo essersi introdotti nell’abitazione, avrebbero percosso, incappucciato e immobilizzato la vittima, legando le mani e i piedi. E si sarebbero allontanati dall’abitazione portando con loro anche una motosega e una somma di denaro in contanti.

Sono risultate fondamentali ai fini delle indagini, le immagini degli impianti di videosorveglianza, le intercettazioni e l’ascolto di alcuni testimoni.

 

 

 

 



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