Omicidio Daniele e Eleonora: è passato un anno, ma si cerca ancora la verità


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È passato un anno dall’omicidio di Daniele De Santis e Eleonora Manta, i fidanzati uccisi a coltellate da Antonio De Marco, lo studente di scienze infermieristiche che ha nascosto dietro la faccia pulita, da bravo ragazzo, un’anima da mostro, da assassino spietato, senza umanità e compassione come è stato descritto dagli inquirenti che hanno disegnato il profilo di un potenziale serial-killer.

Per la Procura avrebbe potuto uccidere ancora se non fosse stato fermato. Avrebbe potuto immaginare un altro piano di morte, come quello che ha architettato su carta e reso reale nell’appartamento di via Montello, dove si è intrufolato con il volto coperto da una calza di nylon su cui aveva disegnato con un pennarello una bocca e ha infierito su Eleonora con più di 70 coltellate, mentre lo supplicavano di fermarsi.

Un crimine che aveva meticolosamente premeditato per invidia. Lui si sentiva solo, loro erano felici. Lui era stato rifiutato, loro erano innamorati, ma la rabbia covata non basta a spiegare l’orrore scandito nei cinque pezzi di carta strappati da un block-notes. Un’ora e mezzo, tanto doveva durare il massacro compresi i 15 minuti di tortura e il tempo necessario a ripulire tutto e persino a scrivere sul muro con il sangue delle vittime. Cosa non lo ha mai spiegato.

Il puzzle che gli inquirenti hanno ricostruito non è ancora stato completato, anche per le famiglie dell’arbitro e della funzionaria dell’Inps che meritano almeno la verità. Manca il movente, mancano ancora tante risposte nascoste nella mente dello studente e mancano le scuse. Anche nella lettera scritta ad una compagna di corso non c’è nulla che somigli ad un rimorso. Nemmeno una parola è stata “sprecata” per Daniele e Eleonora. Nemmeno nei diari ritrovati in carcere in cui scrive che prova dispiacere (e sottolinea “solo quello”), ma poi confessa che probabilmente lo avrebbe fatto ancora. «Sarei scoppiato a piangere, avrei fantasticato su come uccidere qualcuno e poi sarei andato a comprare patatine e altre schifezze».

Non ha chiesto scusa, ma servirebbe a poco. Chiarire quei punti dove aveva lasciato ai non so e ai non ricordo il compito di spiegare come mai un bravo ragazzo si è trasformato in un assassino, come mai ha scelto Eleonora e Daniele, come mai ha distrutto i loro sogni nel giorno in cui iniziavano la loro vita insieme, non basterà a restituire un figlio ad un padre, una figlia ad una madre.

Cercare la verità, ovunque possa essere trovata. Questo sì.