Per Antonio Gabrieli, condannato in via definitiva a 18 anni di reclusione per l’omicidio di Massimo Bianco e l’occultamento del suo cadavere, si sono aperte le porte del Carcere di Lecce. Sono stati i Carabinieri della stazione di Martano a bussare alla porta dell’abitazione dell’uomo per eseguire un ordine di carcerazione, emesso dal Tribunale di Lecce. Un provvedimento “atteso” dopo che la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dall’avvocato del 53enne, rendendo la sentenza irrevocabile. In primo grado era stato condannato a 30anni di reclusione, poi ridotti in Appello a 18. Uno sconto di pena poiché gli erano state concesse le attenuanti generiche equivalenti alla recidiva.
L’omicidio dell’imprenditore edile
“Banali contrasti di natura personale ed economica”, per questo motivo Massimo Bianco fu brutalmente ucciso, il 27 giugno del 2013. Il corpo privo di vita dell’imprenditore fu ritrovato nelle campagne di Carpignano salentino, a circa mezzo chilometro dal monastero dei Cistercensi. Gabrieli ha sempre affermato di aver dato un passaggio a Zacheo (anche lui condannato a 30 anni di reclusione con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, in concorso con Gabrieli, occultamento di cadavere in concorso e utilizzo improprio d’arma da fuoco) sul luogo in cui poi avvenne l’omicidio senza però conoscere le sue intenzioni criminose e sapere che avesse portato con sé una tanica colma di benzina. Si scoprì poco dopo a cosa gli era servita…
I militari dopo aver prelevato l’uomo dalla sua abitazione lo hanno condotto presso la Casa Circondariale di Lecce, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.