
Al via le nuove indagini sull’omicidio di Noemi Durini. Nella mattinata di oggi, presso i laboratori dei Ris di Roma, si è tenuto il conferimento dell’incarico per i nuovi accertamenti di natura “non ripetibile”, al fine di verificare la presenza di eventuali complici di Lucio Marzo, già condannato nell’ottobre scorso a 18 anni ed 8 mesi di carcere.
L’omicidio si consumò il 3 settembre del 2017, nelle campagne di Castrignano del Capo ed il cadavere della studentessa di Specchia venne rinvenuto dieci giorni dopo.
Ricordiamo che, nei mesi scorsi, il gip Vincenzo Brancato ha accolto l’istanza di opposizione all’archiviazione dei genitori della 16enne di Specchia, convinti che l’ex fidanzato, non possa aver fatto tutto da solo. Sono state, quindi, disposte nuove indagini per quattro mesi al pm Donatina Buffelli che invece aveva chiesto l’archiviazione.
Recepita la richiesta degli avvocati Mario Blandolino e Claudia Sorrenti che difendono la madre e la sorella di Noemi ed hanno nominato come consulente di parte la genetista Marina Baldi. Il legale Francesco Zacheo assiste, invece, il padre della studentessa di Specchia.
Biagio Marzo era stato già iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di occultamento di cadavere. Così come la moglie Rocchetta che rispondeva, invece, dell’ipotesi di reato di favoreggiamento personale nei confronti del figlio. Sono assistiti dagli avvocati Luigi Piccinni e Stefano De Francesco che non hanno nominato nessun consulente tecnico.
Il gip Brancato aveva “disposto il sequestro degli ulteriori massi utilizzati per il seppellimento del corpo di Noemi Durini e consulenze sui medesimi volti a rilevare possibili tracce di cellule epiteleali appartenenti agli indagati”. E poi, “ulteriori accertamenti bio molecolari sugli indumenti indossati dalla vittima e sottoposti a sequestro, finalizzato al rinvenimento di tracce biologiche appartenenti agli indagati”.
I Ris sono già al lavoro e nella relazione a firma del Comandante dei Ris, Sergio Schiavone, vengono già fornite alcune importanti indicazioni. Viene specificato che verrà svolta un’accurata ispezione dei reperti per valutare la possibilità di identificare tracce biologiche risalenti a persone diverse dalla vittima. Tale ipotesi, sottolinea il comandante, appare al momento “estremamente remota” sulla base di una valutazione scientifica e documentale. Infatti, i reperti indicati come “massi utilizzati per il seppellimento di Noemi Durini” non sarebbero al momento utili per l’individuazione di materiale genetico umano.
Si arriverebbe a tale conclusione, tenuto conto della natura delle superfici, dell’esposizione ai fattori atmosferici per un tempo estremamente lungo e infine per la tipologia di tracce (da contatto) da ricercare.
Nell’istanza della difesa a favore dei genitori di Noemi, inoltre, erano stati richiesti nuovi e più approfonditi accertamenti tecnici sulle celle telefoniche, per capire, soprattutto, se vi fossero tracce di altre persone sulla scena del delitto. A tal proposito, occorre ricordare, i legali si sono avvalsi della consulenza informatica dell’ingegnere Luigina Quarta. Per questi accertamenti, bisogna ancora attendere l’inizio delle operazioni peritali.
Le lettere di Lucio
Il 18enne di Montesardo aveva tirato in ballo il padre, affermando che lo avrebbe aiutato a seppellire il corpo della povera Noemi. Di questa lettera, il giovane ha parlato nel corso di un interrogatorio svoltosi nei mesi scorsi. Successivamente, nel corso dell’udienza preliminare avrebbe ritrattato, dicendo di aver fatto tutto da solo.
L’inchiesta ha riguardato anche altre missive scritte dal carcere minorile di Quartucciu, in cui il ragazzo accusava il meccanico di Patù Fausto Nicolì di “soppressione di cadavere”. Il gip ha poi archiviato l’inchiesta.
Invece Lucio Marzo è stato condannato in abbreviato, a 2 anni e 6 mesi, per calunnia.