Un giudice si esprimerà sulla richiesta dei familiari di Noemi Durini di nuovi accertamenti sulle circostanze della sua morte.
L’udienza camerale per discutere l’opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura per il padre e la madre di Lucio si svolgerà il 16 novembre prossimo, dinanzi al gip Vincenzo Brancato.
Saranno naturalmente presenti gli avvocati Mario Blandolino e Francesco Zacheo che difendono rispettivamente la madre ed il padre della studentessa di Specchia. Dall'”altra parte”, invece, i difensori di Biagio Marzo che era stato iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di occultamento di cadavere. La madre Rocchetta, risponde invece dell’ipotesi di reato di favoreggiamento personale, nei confronti del figlio. Sono assistiti dagli avvocati Luigi Piccinni e Stefano De Francesco. Invece, la Procura è rappresentata dal Pubblico Ministero Donatina Buffelli, titolare del fascicolo d’indagine.
Il gip Brancato, al termine dell’udienza, stabilirà se accogliere la richiesta della famiglia di Noemi o archiviare l’inchiesta.
La richiesta di opposizione all’archiviazione
Nell’istanza vengono richiesti nuovi e più approfonditi accertamenti tecnici sulle celle telefoniche, per capire, soprattutto, se vi fossero tracce di altre persone sulla scena del delitto.
A tal proposito, occorre ricordare, la difesa si avvale della consulenza informatica dell’ingegnere Luigina Quarta. Nello specifico, “s’intende approfondire la perizia tecnica sui segnali radio delle antenne cellulari che conterrà dettagli sulla localizzazione delle celle telefoniche agganciate in specifiche posizioni da soggetti dotati di dispositivi mobili come cellulari, telefonini, tablet, notebook o navigatori satellitari, il loro raggio di copertura all’interno della mappa geografica, i possibili passaggi di celle durante gli spostamenti o in posizione statica e ulteriori informazioni utili a ricostruire dinamiche a fini investigativi”.
Non solo, poiché “dai dati acquisiti dalle autorità e presenti nel fascicolo processuale si richiede uno studio su tutti i dispositivi transitati nell’area individuata dalla cella telefonica ad individuare dispositivi che possano essere associati alla Famiglia dell’imputato o di persone che possano avere collegamenti con lo stesso”.
Infine, “l’analisi delle celle telefoniche permette una mappatura della copertura di rete degli operatori di telefonia mobile per ricostruire spostamenti, posizioni geografiche, eventualmente riscontrare o confutare alibi e dichiarazioni. Questo accertamento a seguito dell’analisi delle celle telefoniche e della loro copertura permetterà ad avere uno studio completo non solo se alcuni cellulari sono transitati in quella zona ma ad individuare anche dove fossero le persone coinvolte nel procedimento”.
Le lettere di Lucio
Il 18enne di Montesardo aveva tirato in ballo il padre affermando che lo avrebbe aiutato a seppellire il corpo della povera Noemi. Di questa lettera, il giovane ha parlato nel corso di un interrogatorio svoltosi nei mesi scorsi. Successivamente, nel corso dell’udienza preliminare avrebbe però ritrattato, dicendo di aver fatto tutto da solo.
Lucio, occorre ricordare, risulta al momento unico indagato per la morte della 16enne di Specchia. Il 2 e 3 ottobre si celebrerà il processo con rito abbreviato presso la Procura dei Minori.
Infine, il 17 ottobre prossimo dinanzi al gip Carlo Cazzella, si terrà un’altra udienza preliminare a carico di Lucio. La Procura ha infatti chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di calunnia.
L’inchiesta riguarda le altre missive scritte dal carcere minorile di Quartucciu, in cui accusava un meccanico di Patù dell’omicidio di Noemi Durini. Fausto Nicolì presentò denuncia contro Lucio.
A tal proposito, il pm Donatina Buffelli aveva anche aperto un’inchiesta, iscrivendo Nicolì nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio volontario. Un atto dovuto, per effettuare i necessari accertamenti investigativi, che evidentemente avranno dato esito negativo. Il meccanico, assistito dall’avvocato Luca Puce, venne anche ascoltato in Procura, respingendo fermamente ogni accusa. Conseguentemente, il pm Buffelli ha chiesto l’archiviazione del procedimento per Nicolì, anche per l’infamante accusa di prostituzione minorile.
Gli ultimi minuti di vita di Noemi
La studentessa è stata picchiata e accoltellata con quell’arma che l’ex fidanzato ha disegnato su un foglio di carta, durante la prima confessione. Il colpo inferto con il coltello da cucina, però, non è stato letale: nonostante la punta si sia spezzata, la lama non è entrata nella scatola cranica.
L’ultimo atto è la ‘sepoltura’. Lucio ha trascinato la sua fidanzata, ormai priva di conoscenza, accanto ad un muretto a secco e l’ha ricoperta di pietre che hanno provocato l’asfissia e l’insufficienza respiratoria. È morta così Noemi, dopo una lenta agonia.