Uccisa a coltellate a Specchia Gallone, preso l’ex fidanzato. Ha confessato

L’omicidio si è consumato nella serata di ieri nella frazione di Minervino di Lecce. L’uomo, un 39enne di Torre Annunziata è stato rintracciato mentre era nella “Città dei Martiri” dagli agenti di Polizia del Commissariato locale.

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È stato fermato nel centro di Otranto il presunto assassino di Sonia di Maggio, la 29enne originaria di Rimini uccisa a coltellate per strada, a Specchia Gallone, dove si trovava per passare un po’ di tempo con il suo fidanzato Francesco, il ragazzo che aveva scelto per “ricominciare” dopo la fine della relazione tormentata con l’uomo che le ha tolto la vita secondo il racconto agghiacciante di alcuni testimoni che hanno provato a salvarla, tamponandole le ferite. Cercando, invano, di fermare il sangue con indumenti di fortuna fino all’arrivo di un’ambulanza del 118.

Salvatore Carfora, 39enne di Torre Annunziata, era diretto alla stazione ferroviaria. Zaino in spalla e con gli stessi abiti della sera prima. Probabilmente avrebbe preso un treno per rientrare in Campania, ma è stato trovato dagli uomini in divisa che hanno “interrotto” la fuga cominciata dalle 19.00 di ieri, dopo l’omicidio, quando era scappato via, a piedi, lasciando Sonia in una pozza di sangue.

Senza fissa dimora, con un passato problematico, Carfora – stando ai primi accertamenti – era stato dimesso da un Ospedale psichiatrico di Aversa a giugno. Nel 2011, aveva accoltellato un parcheggiatore abusivo con il quale lavorava a Torre Annunziata ed era stato arrestato. E sembra che avesse più volte minacciato la sua ex ragazza, tormentato dalla fine della loro storia d’amore. «Ti ammazzo», le avrebbe detto. E lo ha fatto, a pochi passi dalla Chiesa di San Biagio, nel cuore della piccola frazione di Minervino, mentre urlava «faccio una strage».

Secondo una prima ricostruzione dell’accaduto, il 39enne, arrivato da Napoli con un autobus, ha sorpreso alle spalle i due fidanzati, in via Giovanni Pascoli, all’ombra del Palazzo che si affaccia sull’unica villetta del borgo. Non è chiaro cosa sia accaduto dopo. Se si sia scagliato su Sonia per ammazzarla o se lei, avendolo riconosciuto, abbia disperatamente provato a fare da scudo con il suo corpo per salvare Francesco. Fatto sta che le ferite, soprattutto quelle al collo, sono state fatali. Non le hanno lasciato scampo.

Accompagnato in Commissariato, Carfora avrebbe ammesso tutto. È crollato dopo pochi minuti. «Non ha fornito una confessione piena, piuttosto una confessione implicita perché se uno ti porta a recuperare l’arma del delitto è come se avesse confessato», ha sottolineato il questore di Lecce Andrea Valentino. «Non ha nemmeno dato – ha aggiunto – una spiegazione chiara di quello che ha fatto, e appare poco lucido». Dopo l’interrogatorio, avrebbe condotto gli agenti sul luogo dove si sarebbe disfatto dell’arma.

Il Pm che conduce le indagini è Alberto Santacaterina.



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