Salvatore Carfora, il 39enne di Torre Annunziata accusato dell’omicidio premeditato di Sonia Di Maggio, si è sbarazzato subito del coltello con cui ha tolto la vita alla ex fidanzata, aggredendola alle spalle e colpendola più di venti volte, al volto e al collo, come confermato dall’autopsia. Gli agenti del Commissariato di Otranto hanno ritrovato l’arma a pochi metri da via Giovanni Pascoli, dove la ragazza stava passeggiando con Francesco, senza sapere di andare incontro ad un appuntamento con la morte.
Il parcheggiatore abusivo, senza fissa dimora, aveva nascosto il coltello a serramanico da sub, con una lama di otto centimetri, sotto un cumulo di pietre, accanto alla Scuola Materna, quando è scappato via dopo l’agguato, trovando rifugio nelle campagne di Minervino di Lecce, dove ha passato notte prima di raggiungere Otranto dove è stato bloccato dai poliziotti, poco prima di raggiungere la stazione ferroviaria. Il sospetto, come si legge nel decreto di fermo, è che abbia fatto il viaggio con l’arma nello zaino, che sia partito dalla Campania con l’intendo di ammazzare la ex.
Gli indumenti – giubbotto, felpa, pantaloni e calze – erano dietro un muretto a secco, anche questi ben nascosti, alle spalle del Cimitero. C’è una vecchia strada che conduce da Specchia Gallone al camposanto e da lì raggiungere la Città dei Martiri è semplice girovagando per le campagne.
Sul posto, la Polizia Scientifica ha refertato innumerevoli tracce ematiche delle quali erano intrisi gli indumenti e l’arma del delitto.
